Mediamente, nel 2016, una pagina web pesa quanto il classico gioco per computer Doom, uscito per la prima volta nel 1993. A rivelarlo è Ronan Cremin, ingegnere informatico che ha accostato le dimensioni dei due elementi: Doom richiedeva circa 2,39 MB di spazio, mentre il peso medio di una pagina web è oggi pari a 2,3 MB. Non è un paragone del tutto onesto – dopotutto stiamo parlando di due elementi completamente differenti tra loro – ma riesce nell'intento di dimostrare quanto il web, con la sua evoluzione, stia sviluppando un grave problema di "obesità".
"Ricordate che Doom è uno sparatutto in prima persona, composto da più livelli e caratterizzato da una grafica tridimensionale in grado di gestire mappe, texture ed effetti sonori" spiega Cremin. "In confronto, il web del 2016 fatica a rendere disponibile una pagina web delle stesse dimensioni". Molti siti, peraltro, sono ben più grandi della media e arrivano a sfiorare anche i 10 MB per pagina. Per fare un ulteriore paragone, basti pensare che un floppy disk conteneva 1,44 MB di dati. Un tempo poteva sembrare normale utilizzare più floppy per installare Doom, ma ora carichiamo quasi 10 volte il numero di dati solo per aprire la pagina di un social network o di un blog.
Ma come siamo arrivati a questo punto? Principalmente a causa delle connessioni sempre più veloci, che hanno consentito agli sviluppatori di preoccuparsi meno dell'efficienza dei portali, permettendogli di inserire animazioni, immagini ad alta risoluzione e script di vario tipo. Piccoli elementi, certo, ma che nell'insieme contribuiscono a far raggiungere alle pagine dimensioni considerevoli. Un fattore che si fa problematico nel momento in cui la connessione al web non è all'altezza dello standard, come nei paesi in via di sviluppo o nelle zone non coperte dalle reti cellulari più veloci. I portali più visitati stanno comunque già invertendo la rotta, proponendo pagine sempre più leggere ed efficienti. Inoltre, soluzioni come gli Instant Articles e gli AMP di Google aiutano ad eliminare i tempi di caricamento, ma solo a patto di caricare i contenuti sui rispettivi portali (in questo caso Facebook e Google).