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Ogni bambino ha 1.300 foto pubblicate sul web

Secondo un recente rapporto sulla qualità dell’infanzia nel Regno Unito ogni genitore ha già pubblicato in rete circa 1300 foto e video dei loro figli fin da quando avevano 13 anni, per i bambini al di sotto di questa età la situazione non migliora: si calcola che di loro i genitori postano almeno 100 foto e video ogni anno.
A cura di Juanne Pili
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Sul web vengono condivise sempre più informazioni su di noi e su ogni aspetto della nostra vita, raccolte e condivise fino a raggiungere un livello mai visto prima in rete. Lasciamo anche traccia dei nostri “spostamenti” nel web, sono tutti dati utili per aziende e inserzionisti pubblicitari. Questo è già un bel grattacapo per gli adulti, ma vi è una sempre una più ampia fetta di pubblico minorenne in rete. Il rapporto annuale britannico “Children’s Commissioner”, presentato da Anne Longfield non poteva ignorarlo. Se diamo un’occhiata al dossier intitolato “Who knows what about me?” le cose si complicano ulteriormente. Ogni anno 100 foto e video di bambini sotto i 13 anni vengono pubblicate in rete dai loro genitori, mentre sopra questa fascia d'età fino ai 18 anni si calcola che sono circa 1.300 i materiali multimediali postati nei social media da genitori tanto orgogliosi, quanto spensierati.

Social media e bullismo in rete

Il rapporto è un resoconto molto ampio dello stato riguardante le condizioni dei minorenni nel Regno Unito, con una particolare attenzione a quelli che subiscono abusi e alle situazioni che li rendono più vulnerabili, come ad esempio le loro foto postate in rete dagli stessi genitori. In media si stima che ogni genitore ha pubblicato 1.300 foto dei propri figli fin dall’età di 13 anni. Ogni anno un padre o una madre postano in rete circa 100 foto o video del proprio figlio sotto i 13 anni. Gli stessi bambini postano sui social media 26 volte al giorno – per un totale di quasi 70.000 post prima del compimento dei 18 anni. Gli effetti negativi sulla privacy – e non solo – influiscono anche sulla qualità del loro sonno, con ricadute quindi sulla salute mentale, fisica e nella vita sociale; nel rapporto si fa notare a proposito che il bullismo ormai non si ferma ai soli ambienti scolastici. Ci si riferisce verosimilmente anche all’uso improprio di foto e video a scopo di dileggio.

Anche i genitori andrebbero educati

Per quanto anche nei programmi scolastici si debbano compiere degli sforzi per educare i minori ad un uso più consapevole di internet, forse qualche lezione dovrebbero prenderla anche i loro genitori. Quando si tratta dell'uso dei social media da parte dei propri figli, un quarto dei genitori (25%) consente a quelli sotto i 13 anni di avere un account su Facebook, il 16% consente loro di averne uno su Instagram e il 13% ha il permesso di essere su Snapchat. Nonostante i tre social citati specifichino nelle loro politiche un limite minimo d’età di 13 anni. Solo un quarto (26%) dei genitori che lasciano i loro figli in balia dei social media, pretendono di conoscere le chiavi degli account. Circa una stessa quota si limita a controllare il modo in cui li utilizzano. Non di meno esiste anche un 13% di genitori che ritengono i social “innocui e divertenti”.

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