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Ora Tinder fa i tamponi agli utenti prima degli appuntamenti

L’iniziativa premierà i primi 500 utenti che vi aderiranno con l’invio di un test da autosomministrarsi. Il tampone va spedito per posta a un centro di analisi che fornisce i risultati online. I rischi però non mancano, tra falsi negativi e possibilità di contrarre il virus dopo aver fatto il test.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Le misure di distanziamento sociale ancora adottate in tutto il mondo per il contenimento della pandemia stanno avendo come effetto una riduzione drastica delle attività sociali. Tra queste sono inclusi gli appuntamenti nati dalle app di incontri, motivo per cui Tinder ha annunciato in questi giorni una iniziativa bizzarra: l'invio gratuito di tamponi a una cerchia molto ristretta di utenti, per rendere più sicuri eventuali incontri con la propria metà designata. I problemi legati all'iniziativa sono solo due: i tamponi previsti sono 500, e ottenere un risultato negativo non assicura comunque che il rischio di contrarre o trasmettere il virus durante un appuntamento sia pari a zero.

Come funzionano i test di Tinder

L'iniziativa riguarda gli Stati Uniti, dove la campagna vaccinale sta proseguendo in maniera molto più spedita rispetto a quanto sta avvenendo in Europa e dove però le cose non sono comunque tornate alla normalità. Per l'app di incontri puntare sui tamponi può essere un metodo temporaneo per vedersi con eventuali nuove conoscenze con meno remore, ma i test non bastano. I tamponi sono inviati per posta, sono realizzati dall'azienda Everlywell e prevedono l'autosomministrazione: i soggetti insomma devono raccogliere da soli il campione naso-faringeo, poi lo inviano per posta in una apposita busta a un laboratorio che effettua l'analisi e attendono i risultati online.

I rischi

I problemi posti da questo approccio non sono pochi. Innanzitutto il tampone è certificato dalla FDA statunitense, ma questo non vuol dire che chi raccoglie il campione sappia farlo. Tolto il rischio di un falso negativo, il tampone andrebbe fatto a distanza di alcuni giorni dall'ultimo contatto con un potenziale positivo; per rimanere valido fino al giorno dell'appuntamento, una procedura ideale prevede inoltre di rimanere isolati almeno fino a quella data.

Non è un caso che i gestori dell'app precisino che "un test negativo non significa che tu non abbia o non possa trasmettere Covid-19", ma in un clima esasperato dalle restrizioni il pericolo è che non molti prenderanno sul serio l'avvertenza e anzi si lancino nei loro appuntamenti falsamente convinti di non correre rischi. L'iniziativa partirà lo stesso il 20 marzo e premierà i primi 500 utenti che vi aderiranno. Ciascuno di loro avrà a disposizione una coppia di test — una da utilizzare personalmente e una da inviare alla persona scelta per l'incontro.

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