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Parigi vuole tassare Amazon per le consegne a domicilio in città

La giunta parigina ha proposto alcune misure per limitare e tassare le attività dei colossi dell’ecommerce che operano sul suolo cittadino con le loro consegne a domicilio. Oltre a una tassa locale in relazione alle singole consegne effettuate ci sono stop alle operazioni negli orari più caldi e un limite al numero dei furgoni per le strade.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Per Amazon fare affari a Parigi potrebbe in futuro diventare più costoso. Il sindaco della capitale francese, Anne Hidalgo, ha dichiarato in queste ore la propria intenzione di tassare e regolamentare in modo più stringente le consegne effettuate dai grandi nomi del commercio elettronico, tra i quali figura al primo posto il colosso guidato da Jeff Bezos. L'annuncio è arrivato da un comunicato lanciato da Le Monde dell'assessore all'urbanistica, Jean-Louis Missika, che insieme ad altri firmatari ha proposto una serie di misure relative al mondo delle piattaforme online che si dedicano alle consegne a domicilio.

La denuncia della giunta

Secondo l'opinione della giunta queste attività arricchiscno le aziende danneggiando l'ambiente nel quale operano, ovvero "precarizzando la forza lavoro" e impoverendo il tessuto urbano con "traffico e inquinamento". Non è probabilmente un caso dunque che i rappresentanti abbiano scelto di esprimere la loro posizione a pochi giorni dal Black Friday: la festività statunitense che spinge consumatori offline e online a effettuare spese straordinarie è stata esportata nel vecchio continente ormai da tempo e in quasi ogni Paese europeo fa ormai aumentare per 24 ore il numero di consegne giornaliere effettuate da Amazon di svariate volte.

Le misure proposte

Nel documento pubblicato vengono formulate due richieste: la prima è che queste aziende (nel mirino di un eventuale futuro provvedimento non c'è solo Amazon, ma anche Uber Eats e altre piattaforme) paghino una tassa locale proporzionale al danno arrecato all'ambiente, ovvero in relazione alle singole consegne effettuate. La seconda richiesta è che ai soggetti che effettuano consegne a domicilio gestite da piattaforme online vengano imposti dei limiti operativi, come uno stop alle consegne in alcune zone della città negli orari più caldi. Nella lettera si parla anche di limiti al numero di furgoni che sarà possibile tenere in circolazione contemporaneamente; secondo la proposta, le consegne in eccesso rispetto alla capacità prestabilita andrebbero prenotate per un'altra data.

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