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Covid 19

Perché con il coronavirus pagherai di più il tuo prossimo TV, computer o smartphone

Nella zona dove si è sviluppata l’epidemia risiedono cinque fabbriche di schermi LCD e OLED la cui attività si è già ridotta per effetto dei provvedimenti attuati dal governo cinese per arginare la diffusione del virus. La capacità produttiva dell’intero Paese potrebbe però ridursi fino del 20 percento.
A cura di Lorenzo Longhitano
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La diffusione dell'ormai noto coronavirus emerso nella città di Wuhan sta causando problemi in tutto il mondo, ma è proprio in Cina che sta iniziando a sortire effetti anche sull'economia locale: la città che ha dato i natali al virus è in quarantena e in tutto il Paese esercizi commerciali, industrie e servizi sono stati condizionati dall'esplosione dell'epidemia. In un sistema globalizzato come il nostro però eventi del genere sono destinati ad avere conseguenze anche dall'altra parte del mondo; le prime avvisaglie arrivano proprio dalla zona di Wuhan, dove a causa dell'epidemia stanno subendo problemi di produzione diverse fabbriche di display LCD e OLED che forniscono componenti ai produttori di TV, laptop e smartphone che operano anche in occidente.

Per il momento si parla di almeno cinque fabbriche quasi completamente ferme, ma il numero potrebbe salire con l'evolversi dell'epidemia; ciascuna di queste fabbriche del resto sta subendo le ripercussioni delle misure di precauzione imposte dal governo per tenere sotto controllo il diffondersi del coronavirus, che in futuro potrebbero inasprirsi. In totale, secondo le previsioni di IHS Markit, la capacità produttiva totale relativa alle fabbriche di schermi LCD di tutta la Cina potrebbe calare del 10 percento, e arrivare addirittura a un calo del 20 percento nel mese di febbraio. Il calo nella produzione di questi pannelli porterà inevitabilmente a un aumento dei prezzi, che le fabbriche produttive potrebbero far pagare ai loro clienti fino a 5 dollari in più per ciascuna unità. E se da una parte l'aumento non è di per sé considerevole, d'altro canto si tratta solamente del primo anello di una catena di rincari che generalmente procede al rialzo per ciascun passagio della componente fino all'assemblaggio finale del prodotto che finisce poi nei negozi.

Sempre secondo i dati di IHS, circa il 55 percento degli LCD venduti in tutto il mondo quest'anno proverrà dalla Cina – che si tratti di pannelli che finiscono all'interno di televisori, laptop, monitor, o smartphone – ma in Cina risiedono anche fabbriche di componenti vendute a produttori di display che si trovano fuori dai confini cinesi, e che potrebbero dunque subire a loro volta gli effetti negativi dei provvedimenti messi in atto dal governo cinese. Ciò che sta accadendo a Wuhan avrà dunque un impatto – ancora difficile da quantificare ma inevitabile – sull'intero settore tecnologico, esattamente come sta avvenendo per l'epidemia di coronavirus che si è già diffusa in numerosi Paesi.

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