Perché Elon Musk sta scappando con Tesla fuori dalla Silicon Valley
Il Ceo dell'azienda americana specializzata nella produzione di auto elettriche Tesla ha annunciato che la compagnia sposterà la sua sede principale da Palo Alto, in California a Austin, in Texas. Musk ha annunciato la notizia durante l'assemblea annuale degli azionisti, che si è svolta nello stabilimento della capitale texana nella serata del 7 ottobre. Tesla entra dunque a far parte di quel gruppo di multinazionali che negli ultimi tempi hanno deciso di andare via dalla città californiana, tra cui spiccano anche Oracle, HP e Toyota.
I precedenti con la contea californiana
Nel maggio 2020, nel pieno della pandemia, l'azienda statunitense aveva citato in giudizio la contea di Alameda: qui, più precisamente nella città di Fremont, si trova una delle fabbriche di Musk. In quell'occasione, il governatore della California aveva dichiarato che avrebbe supportato tutte le attività messe in ginocchio a causa del lockdown. Gavin Newsom era pronto a far riaprire la maggior parte delle aziende in crisi, ma alla sua proposta non era seguito la scelta da parte della Contea di rimettere in moto le macchine nello stabilimento Tesla. Secondo il Ceo, quest'ultima decisione contravveniva all'ordine del Governatore e ciò lo aveva costretto a sporgere denuncia.
Ma, dopo solo un paio di settimane, Musk ha deciso di ritirarla, lasciando che la rabbia si esprimesse in un tweet al vetriolo: "Francamente, questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Tesla sposterà immediatamente il suo quartier generale e i programmi futuri in Texas/Nevada. Se manteniamo l'attività produttiva di Fremont, dipenderà da come Tesla sarà trattata in futuro. Tesla è l'ultima casa automobilistica rimasta in California". È bene ricordare che in quello stesso periodo, a pandemia appena iniziata, Musk non si fece scrupoli a minacciare i dipendenti rimasti a casa. In alcune email minatorie interne condivise dal The Guardian, il fondatore dell'azienda si rivolgeva ai dipendenti dicendo che "se non volete venire a lavoro, potete stare a casa senza stipendio". Di fronte alla crisi pandemica e lavorativa, la contea di Alameda è andato incontro all'azienda, assicurando una riapertura in sicurezza per il 18 maggio 2020. Nonostante ciò, il gruppo ha pensato bene di anticipare la riapertura di una settimana, violando così le misure restrittive imposte dal lockdown e creando le condizioni per la formazione di alcuni focolai.
Le ragioni del trasferimento
Nonostante l'evidente acrimonia espressa nel tweet, durante l'assemblea degli stakeholders Musk non ha fatto riferimento alcuno alla diatriba con la contea di Alameda. Piuttosto, il 50enne miliardario ha attribuito la scelta del trasferimento in Texas a due problematiche, una economica e l'altra logistica. Il luogo in cui sorgerebbe il nuovo stabilimento permetterebbe ai lavoratori di pagare un affitto ragionevole e di raggiungere la fabbrica in poco tempo: "È difficile per la gente permettersi le case costose [di Palo Alto] e sono dunque costretti a venire da lontano. Ad Austin, al contrario, la nostra fabbrica si troverebbe a cinque minuti dall'aeroporto e 15 minuti dal centro", ha detto. Inoltre, ci potrebbero essere anche altri i motivi che hanno spinto il Ceo ad adottare questa strategia. È noto infatti che in California le leggi sul lavoro sono più severe e che, rispetto ad altri stati americani, costo della vita e tasse risultano più onerosi. Al contrario, il Texas vanta una particolare nomea, dovuta sicuramente a due fattori: manodopera a basso prezzo e regolamentazione lavorativa meno rigorosa.