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Perché Facebook ha censurato un quadro di Rubens

Ancora una volta Facebook è cascato nella censura delle opere d’arte. Non è la prima volta e, pare, non sarà l’ultima: alcune immagini ritraenti quadri di Pieter Paul Rubens sono state bloccate dal social network perché mostravano corpi nudi.
A cura di Marco Paretti
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Ancora una volta Facebook è cascato nella censura delle opere d'arte. Non è la prima volta e, pare, non sarà l'ultima: alcune immagini ritraenti quadri di Pieter Paul Rubens sono state bloccate dal social network perché mostravano corpi nudi. La "censura" è avvenuta nelle pagine dell'ente turistico delle Fiandre, che per pubblicizzare i suoi valori culturali aveva condiviso proprio le immagini dei dipinti dell'artista barocco. Così l'ente ha deciso di prendere il blocco con ironia e "protestare" pubblicando un simpatico video nel quale delle finte guardie chiedono ai visitatori di un museo se sono in possesso di account social e, in caso di risposta affermativa, gli chiedono di allontanarsi dalle nudità artistiche.

"Siamo lieti di sostenere questa particolare iniziativa" ha spiegato Peter De Wilde, CEO dell'ente turistico delle fiandre, Visit Flanders. "I nostri maestri fiamminghi attirano ogni anno centinaia di migliaia di visitatori nelle Fiandre e ne siamo orgogliosi. Con il nostro programma pluriennale incentrato su Rubens, Bruegel e van Eyck, puntiamo ai tre milioni di visitatori entro la fine del 2020. La diffusione della nostra eccezionale eredità culturale oggi non è possibile attraverso i social media più popolari. La nostra arte viene classificata come oscena e addirittura pornografica. Un vero peccato, perché impedisce di promuovere i nostri maestri".

In realtà, i dipinti finiti nel mirino di Facebook sarebbero stati censurati non tanto per le nudità di per sé, ma perché queste immagini sono state utilizzate all'interno di una campagna promozionale gestita proprio dall'ente. In questo caso, secondo le regole di Facebook, in una campagna sponsorizzata non possono apparire nudità. Anche artistiche, pare. "Ci viene da ridere a pensare che considerate i seni, i glutei e i cherubini di Rubens indecenti, la vostra censura culturale ci rende la vita più difficile" hanno scritto diversi responsabili di musei locali in una lettera aperta rivolta a Facebook. Dal canto suo, il social ha spiegato che i dipinti non sarebbero stati rimossi se fossero stati pubblicati come semplici post, ma la loro inclusione all'interno di una promozione ha fatto scattare il blocco. Menlo Park si è comunque resa disponibile per approfondire la questione con l'ente turistico.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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