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Perché Facebook ha messo al bando i deepfake

Il social network ha deciso di adottare delle contromisure nei confronti dei video modificati da algoritmi di intelligenza artificiale per mostrare contenuti falsi, come personaggi di spicco e politici che pronunciano frasi in realtà mai pronunciate. Foto e video realizzati con queste tecniche verranno rimossi dal sito.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Nel corso dell'anno scorso gli abitanti della Rete hanno fatto la conoscenza di un fenomeno che rischia di mettere a repentaglio l'affidabilità delle informazioni che circolano online: quello dei deepfake, ovvero video generati da algoritmi di intelligenza artificiale che ritraggono personaggi più o meno famosi durante azioni che in realtà non hanno mai intrapreso, o mentre pronunciano frasi e discorsi in realtà mai pronunciati. Esempi di questi video sono circolati abbondantemente anche in Italia, ma per quest'anno sembra che Facebook voglia mettere loro un argine bandendoli dalla sua piattaforma.

I deepfake banditi da Facebook

Lo ha affermato lo stesso social network con un comunicato nel quale afferma che rimuoverà dalle proprie pagine tutti i video e le foto "modificati in modo da far credere che il soggetto del video abbia detto cose che in realtà non ha detto", e che siano "prodotti da algoritmi di intelligenza artificiale capaci di fondere, rimpiazzare o posizionare in sovrimpressione del contenuto in un video, con lo scopo di far sembrare il risultato autentico".

Perché è importante limitare la diffusione dei deepfake

In questi video, influencer e politici diventano burattini nelle mani degli autori, che ne utilizzano le fattezze per far pronunciare loro dichiarazioni atte a spostare l'opinione pubblica in una direzione o in un'altra. L'importanza di bandire questi video è dunque palese, anche perché questi contenuti sono quasi sempre pensati per diventare virali – magari contengono affermazioni fuori luogo o dai toni sopra le righe, pronunciate da figure considerate autorevoli; le smentite dei soggetti danneggiati da operazioni simili possono arrivare velocemente dopo la pubblicazione di questi video, ma il passaparola e la condivisione social renderebbero eventuali rettifiche poco efficaci.

La scadenza delle elezioni 2020

Il pericolo negli Stati Uniti è dietro l'angolo, proprio come le elezioni presidenziali che quest'anno si svolgeranno nel Paese e che vedranno contrapposto l'attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump a un avversario che non è ancora stato selezionato dal Partito Democratico. Resta da capire quanto sarà efficace e restrittuvo il filtro annunciato dal social. Facebook ha annunciato infatti che restano esclusi dalle nuove norme i contenuti a scopo parodistico o satirico (una categoria nella quale potrebbero probabilmente ricadere quelli creati qualche mese fa da Striscia la Notizia), ma anche tutti i contenuti di natura artificiosa che però non utilizzano tecniche di intelligenza artificiale per lavorare sul fotorealismo del risultato. Su questi ultimi rimarrà comunque attivo l'osservatorio dedicato al fact-checking inaugurato da Facebook qualche mese fa: quelli contrassegnati come fuorvianti o ingannevoli saranno penalizzati nella diffusione sul social.

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