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Perché gli smartphone Android non rallentano nel tempo come gli iPhone

Apple rallenta gli iPhone dopo qualche anno dall’uscita. Lo fa per preservare la batteria e rispondere al suo naturale deterioramento. Una pratica rivelata nel corso delle ultime settimane che ha sollevato anche una domanda: gli smartphone Android vengono rallentati nel tempo?
A cura di Marco Paretti
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Apple rallenta gli iPhone dopo qualche anno dall'uscita. Lo fa per preservare la batteria e rispondere al suo naturale deterioramento. Una pratica rivelata nel corso delle ultime settimane che ha sollevato un polverone di spiegazioni, scuse, cause legali e sconti. Ma anche una domanda: gli smartphone Android vengono rallentati nel tempo? Per la maggior parte del settore la risposta sembra essere negativa: i telefoni con sistema operativo Google non vengono rallentati dai produttori per preservare la durata della batteria. Alcune aziende, come Samsung e Motorola, lo hanno dichiarato pubblicamente, mentre per gli altri produttori sono stati necessari dei test svolti da Primate Labs. Il risultato? I telefoni Android non vengono rallentati. Perché?

Per capirlo bisogna analizzare le differenze tra i due ecosistemi, i dispositivi che li caratterizzano e la gestione dell'elemento alla base del problema: la batteria. La prima differenza tra i due sistemi è che, generalmente, gli smartphone Android sono caratterizzati da batterie più capienti; nel caso del Pixel 2, per esempio, la capacità è di 2.7800 mAh, mentre quella dell'iPhone 8 è di 1.821 mAh. Uno dei problemi rilevati dagli iPhone più vecchi è che la batteria non era semplicemente in grado di gestire i picchi di potenza richiesti dal processore, quindi il telefono si spegneva per preservarsi. Ha senso che una batteria più ampia possa gestire meglio questi carichi.

Ovviamente anche su Android le dimensioni delle batterie variano molto, quindi questa non può essere l'unica spiegazione ad un problema la cui causa principale può essere individuata quasi sicuramente nella progettazione dei due sistemi operativi. Apple è sempre stata in grado di ottenere risultati impressionanti dai suoi prodotti a causa del design integrato di hardware, software, processore e tutti gli altri elementi che compongono gli iPhone. In questo modo nei benchmark i prodotti della mela si comportano meglio dei corrispettivi Android anche se le specifiche della concorrenza sono (sulla carta) superiori. Il problema è che queste performance richiedono una grande potenza e l'incredibile efficienza dei chip di Apple lascia poco margine per gli errori. Così, quando le batterie si degradano, c'è una maggiore probabilità di spegnimenti improvvisi rispetto ai device Android. Da qui la necessità di "tarare" in maniera diversa il processore man mano che la batteria performa in maniera meno efficace.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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