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Razzo cinese in caduta sulla Terra

Perché i razzi cinesi continuano a cadere senza controllo (e a minacciare la vita delle persone)

Il razzo cinese Long March 5b che sta in queste ore orbitando intorno alla Terra senza controllo e senza un punto di atterraggio previsto rischia di finire su un’area abitata danneggiando cose e persone. Non si tratta però del primo oggetto spaziale lanciato dalla Cina che subisce questo destino.
A cura di Lorenzo Longhitano
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In queste ore sta destando preoccupazione il destino di Long March 5b, il razzo cinese che pochi giorni fa ha portato in orbita un pezzo della stazione spaziale cinese Tiangong-1 e che è però finito fuori controllo. Il vettore sta orbitando intorno alla Terra e si schianterà presto sul nostro pianeta senza però che gli scienziati riescano a controllarne la discesa né a prevederne il punto di schianto, ma purtroppo non è la prima volta che un razzo lanciato dall'agenzia spaziale cinese si dimostra un pericolo per la popolazione. Di fatto la Cina ha un curriculum preoccupante in fatto di detriti spaziali che rischiano di cadere in zone abitate: la documentazione legata ai lanci del programma spaziale locale lo testimonia, mentre i motivi spaziano da un'attenzione per la sicurezza migliorabile alla scelta di siti di lancio poco orientata alla salvaguardia della popolazione circostante.

La posizione delle basi di lancio

Non che gli altri Paesi con tecnologie di lancio spaziali non abbiano problemi simili: gli stadi dei razzi del resto non sono fatti per rimanere nello spazio, e dopo aver spinto il loro carico all'altezza prevista iniziano una fase di ridiscesa che li riporta sulla superficie terrestre. La differenza è una: i lanci di agenzie come la NASA sono tutti pensati per far sì che i detriti finiscano nel mare, mentre i siti di lancio cinesi sono stati sviluppati lontano dalle coste per evitare possibili attacchi da parte di nazioni ostili, che in tempi di guerra fredda non andavano esclusi del tutto.

Prevedere a tavolino che i detriti e altri materiali tossici provenienti dai razzi finiscano nell'oceano non è l'ideale per l'ecosistema locale, ma sotto molti punti di vista è comunque meglio che rischiare una pioggia di acciaio e sostanze chimiche su aree anche scarsamente abitate. Nelle acque territoriali i team di recupero hanno tutto il tempo di raccogliere le porzioni dei vettori cadute dall'atmosfera e rimediare a eventuali danni; se lo stesso avviene in presenza di costruzioni o persone, a recarsi sul posto devono essere squadre di soccorso pronte a confrontarsi con morti e feriti. È successo con Long March 3B, che nel 1996 si è schiantato in un villaggio cinese pochi secondi dopo il lancio, uccidendo un numero ancora imprecisato di persone.

Il caso del 2018

Il governo prende alcune precauzioni per evitare che si verifichino catastrofi simili: innanzitutto chiede ai residenti nelle vicinanze dei siti di lancio di trovare un rifugio sicuro durante le operazioni di messa in orbita di satelliti, equipaggi e moduli spaziali; inoltre ha costruito un nuovo sito di lancio sull'isola di Hainan dal quale possono partire vettori senza che i detriti rischino di finire sulla terraferma. A volte però a perdere il controllo sono elementi che risiedono già oltre la stratosfera e che dunque potrebbero finire anche ben lontano dalle zone adiacenti al lancio: è quello che sta succedendo con Long March 5b, ma anche con la precedente stazione spaziale – che nel 2018 ha rischiato di finire letteralmente ovunque sulla superficie terrestre, Italia compresa.

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