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Perché WhatsApp ha bloccato due milioni di account in India

La notizia è stata comunicata dalla stessa azienda, e le motivazioni che hanno portato alla decisione sono in realtà legate alla sicurezza dell’app nel suo insieme. Le violazioni riscontrate sulla piattaforma potrebbero infatti portare alla diffusione di disinformazione e fake news tra gli utenti.
A cura di Lorenzo Longhitano
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La piattaforma di messaggistica istantanea WhatsApp è uno dei mezzi di comunicazione più usati al mondo, con centinaia di milioni di utenti che ogni giorno si inviano messaggi e note vocali attraverso i suoi server. Nel corso degli ultimi giorni però i gestori dell'app hanno silenziato del tutto due milioni di account, espellendoli permanentemente piattaforma. La notizia è stata comunicata dalla stessa azienda, e le motivazioni che hanno portato alla decisione sono in realtà legate alla sicurezza dell'app nel suo insieme.

La massiccia operazione di esplulsione è avvenuta in India poche settimane fa ed è durata complessivamente un mese: per la precisione dal 15 maggio al 15 giugno. Secondo quanto riportato da WhatsApp gli account che sono stati disattivati si sono tutti macchiati di una particolare violazione: la diffusione eccessiva di messaggi inoltrati, che ha portato gli algoritmi che pattugliano WhatsApp a ritenere che dai profili in questione si stessero diffondendo disinformazione e spam.

Quello delle fake news che circolano attraverso messaggi inoltrati su WhatsApp è un problema avvertito ovunque nel mondo, ma non nello stesso modo in tutti i Paesi. In Italia bufale e disinformazione si sono propagate a catena per la prima volta in modo pericoloso durante la prima ondata della pandemia di coronavirus, con immagini, contenuti testuali e messaggi vocali che provenivano da fonti impossibili da tracciare e parlavano di terapie e metodi di prevenzione non verificati contro Covid-19. In Paesi come India e Brasile questo fenomeno è decisamente più marcato, coinvolge gruppi WhatsApp che attraverso versioni modificate dell'app possono ospitare migliaia di partecipanti e può portare a conseguenze gravi come linciaggi e cacce all'uomo basate su passaparola.

La piattaforma non è pensata per fare da megafono a chiunque riesca a trovare il modo di piegarne il funzionamento al proprio volere, e le reti di account che rimbalzano informazioni e notizie a piacimento utilizzando messaggi inoltrati o ripetuti fanno proprio questo. Il rapporto fornito da WhatsApp non è stato però spontaneo, ma arriva in risposta a nuove leggi varate nel Paese: presentate come un modo per contrastare il fenomeno della disinformazione diffusa per mezzo delle app di messaggistica, le nuove norme sono però state accusate dagli oppositori di rappresentare una minaccia per la libera espressione.

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