Philips cede alla crisi, non produrrà più dispositivi per musica e video
Con l'ampliamento e la crescente diffusione della rete e di tutti i servizi ad essa correlati (come il cloud, lo streaming ecc) i supporti tradizionali come i compact disk o i dvd e gli impianti di riproduzione sono ormai sul vale del tramonto. Si chiude definitivamente un'epoca e con essa scompaiono dalla scena anche quegli attori che per anni hanno dominato la "vecchia" tecnologia, quella antecedente alla rivoluzione digitale, come ad esempio Philips. Un marchio che ha davvero firmato alcuni dei capisaldi dell'elettronica di consumo degli scorsi anni, un punto di riferimento che in passato è stato sinonimo di evoluzione e che mai si pensava potesse divenire obsoleto, superato.
La rete con la sua rivoluzione ha però mietuto molte più vittime di quanto si pensi, colossi di prim'ordine che, per motivi di budget o di miopia aziendale, non sono stati in grado di restare al passo con i tempi, di reggere l'onda d'urto della rete e saperla cavalcare a dovere. Così anche Philips è stata schiacciata dalla concorrenza di giganti come Samsung e tutti gli altri produttori che hanno mutato il proprio core business piegandolo ai capricci della rete e riuscendo a sopravvivere alla crisi imperante (e nel caso di Samsung, trasformando il tutto in un successo planetario). Dinnanzi alla scelta tra convertirsi al dogma di internet oppure abbandonare la partita, il gigante olandese ha optato per una exit strategy, cedendo alla Funai il proprio comparto entertainment per 150 milioni di dollari.
Il futuro di Philips ora è nel settore dell'illuminazione e dei dispositivi elettromedicali mentre lo storico marchio Philips Electronics ora appartiene al passato. Dopo aver fatto la storia introducendo nel mercato alcune innovazioni rivoluzionarie come l'audiocassetta e il compact disk, ora il brand olandese cede il passo ai nuovi produttori asiatici, la nuova culla dell'innovazione.