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Pietro Scott Jovane, ad Microsoft Italia: con l’accordo Ue sui browser “maggiore trasparenza”, ma l’IT è a rischio occupazione

In questa intervista esclusiva pubblicata su Dialoghi Digitali abbiamo intervistato Pietro Scott Jovane, l’amministratore delegato di Microsoft Italia.
A cura di Redazione Tech
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Pietro Scott Jovane, ad di Microsoft Italia, è il nuovo "ospite" di Dialoghi Digitali. Nell'intervista esclusiva il numero uno del ramo italiano della società fondata da Bill Gates approfondisce i temi più disparati, inerenti al web e non solo: dalla carriera personale a Bing, da Windows 7 ai recenti problemi riscontrati, in particolare in Germania, con Internet Explorer.

Per quanto riguarda il settore dell'IT, Jovane non nasconde il "rischio occupazionale" di questo periodo nel nostro Paese. "La leva dell’intervento" è da prendere necessariamente in considerazione secondo l'ad Microsoft. Jovane inoltre commenta il recente accordo della società con l'Ue in merito alla questione browser sottolineando come la decisione presa consenta una "maggiore trasparenza". Il numero uno di Microsoft Italia dice la sua anche in merito alla querelle news tra Google e Rupert Murdoch, disputa che interessa da vicino anche il colosso di Redmond. Jovane è favorevole al "fair access price" per l'informazione online, sottolineando ad ogni modo la necessità di "offrire qualcosa di diverso, di nuovo e di speciale" perché gli utenti siano disposti a pagare per ricevere le news.

Nel 1998, a soli 30 anni, lei è diventato chief financial officer del gruppo Versace. Nel 2000 con lo stesso ruolo è passato a Matrix, che a quel tempo non era ancora parte di Telecom Italia. Fu scelto da una delle web agency più importanti in Italia sebbene arrivasse dall’offline. Cosa l’ha aiutata a raggiungere quest’incarico? Quanto ha inciso la sua formazione?

"Dopo 2 anni come direttore finanziario del gruppo Versace per il Nord America decisi di tornare in Italia e Lorenzo Pellicioli stesso, allora appena nominato Amministratore Delegato del Servizio Internet Business del gruppo Telecom Italia, mi chiamò per ricoprire il ruolo di CFO per Virgilio, il primo motore di ricerca italiano. Mi occupai principalmente di quella che sarebbe diventata la divisione Internet di Telecom Italia, facendo partire un numero elevato di società ed iniziative di business (il gruppo raggiunse il numero di 200 società consolidate), e furono tre anni davvero entusiasmanti. E’ vero che la mia esperienza precedente era legata principalmente al mondo offline ma credo che la professionalità acquisita negli anni in campo finanziario unita a un’innata passione per la tecnologia mi abbiano aiutato a raggiungere quel prestigioso incarico".

Nel 2003 arriva in Microsoft: negli anni si alternano per lei i ruoli di chief financial officer, direttore commerciale per il Mercato Telecomunicazioni e Media e responsabile della divisione online. Qual è stato il segreto di una carriera così brillante?

"E' stato determinante, per la mia formazione professionale, aver lavorato molti anni in campo finanziario e aver seguito settori innovativi come quelli delle telecomunicazioni e della rete, ma anche aver colto l’opportunità di allargare le mie competenze in un comparto di grande interesse, Tlc e media, di cui mi fu affidata la direzione commerciale in Microsoft. Avere come clienti aziende all’avanguardia, come Telecom Italia, Vodafone, Mediaset o Sole 24 Ore che acquistano tecnologia per sviluppare i propri servizi e usano i software per realizzare ricavi, è stata un’esperienza ancora più coinvolgente. Credo che per raggiungere certi traguardi occorra soprattutto avere voglia di impegnarsi, con curiosità e passione".

Ai tempi del lancio di Vista, quando era responsabile della divisione online, pochi giorni dopo l’uscita del nuovo OS dichiarò: “la scommessa di Microsoft è l’integrazione con il Web”. A distanza di 3 anni qual è il “bilancio”?

"La divisione online di Microsoft, proprio in quegli anni, ha raddoppiato la sua dimensione in Italia e ha raggiunto importanti traguardi. Basti pensare agli 11 milioni di italiani che usano ogni mese Windows Live Messenger, il nostro servizio di messaggistica istantanea. E, grazie alla nascita della divisione Consumer&Online, nel 2008, l’area web è sempre più integrata con gli altri prodotti Microsoft. Un esempio per tutti il nuovo sistema operativo Windows 7 che vede nei servizi Windows Live, scaricabili gratuitamente da Internet, il completamento dell’esperienza utente. Direi, quindi, che non posso che parlare di un bilancio positivo. E credo che molto si debba ancora sperimentare".

Nel luglio 2008 diventa amministratore delegato di Microsoft per il nostro Paese. Con quali obiettivi per il mercato italiano?

"I principali obiettivi che mi sono prefissato, una volta assunto il ruolo di ad e che continuano a valere ancora oggi sono:

– contribuire a creare una vera società digitale in Italia, facendo sì che Microsoft sia un vero propulsore di innovazione concreta e sostenibile per il Paese, per le imprese e per i consumatori;

– proseguire a sedimentare valore sulla piattaforma Windows, in tutte le sue accezioni (desktop, server, on line e mobile..);

– continuare ad offrire valore e opportunità all’esteso ecosistema di nostri partner e dare impulso alle attività di sviluppo software sulle nostre piattaforme, sempre più in chiave di interoperabilità;

– ridurre il fenomeno del software piratato;

– aumentare la consapevolezza tecnologica delle Pmi, convincerli ad investire in tecnologia per la propria competitività/sopravvivenza e affiancare i grandi gruppi industriali del Paese nell’adozione di nostre soluzioni innovative, customizzate per loro grazie al fantastico lavoro dei nostri partner".

A giugno 2009 nasce Bing. Microsoft punta così con decisione su un campo, quello dei motori di ricerca, da anni “dominato” da Google. Bing è stato creato da Powerset, società di Barney Pell e Lorenzo Thione, 31enne lombardo, che è stata acquisita dalla vostra azienda. Nel motore di ricerca c’è quindi un’importante componente italiana?

"Bing è stato creato da un team eccezionale di persone che hanno lavorato senza sosta nel nostro headquarter di Redmond. Come motore di ricerca porta sul mercato delle funzionalità estremamente innovative quale, ad esempio, la ricerca semantica che Microsoft ha potuto offrire grazie all’acquisizione di Powerset, creata da Pell e Thione appunto. Si può quindi sicuramente dire che Bing è Bing grazie anche al fantastico lavoro di Lorenzo Thione appunto in un settore ancora poco esplorato ma dalle grandi potenzialità".

Windows 7 è stato lanciato il 22 ottobre 2009. Non è un mistero il fatto che il predecessore, Vista, non sia stato all’altezza delle aspettative. Su quali caratteristiche del nuovo sistema operativo, accolto positivamente dal mercato, puntate in particolare?

"Abbiamo progettato Windows 7 partendo dai commenti dei nostri clienti e utenti in modo che potesse incorporare centinaia di miglioramenti, sia grandi sia piccoli. Circa 8 milioni di persone, infatti, hanno preso parte al programma di beta testing. A voler sintetizzare in poche righe posso dire che Windows 7 è stato sviluppato per essere più affidabile, sicuro e reattivo e per rendere più facile le attività di ogni giorno con il pc".

Unione Europea e Microsoft a metà dicembre hanno finalmente trovato l’accordo in merito alla questione browser. La vostra società, a partire da marzo 2010, darà la possibilità agli utenti di Windows di scegliere a priori il programma da utilizzare per navigare in internet. Inoltre da Microsoft è arrivato l’impegno ad aprire alcuni importanti prodotti all’interoperabilità. Si può dire che è iniziata una nuova epoca per l’azienda?

"Dalla sua fondazione 34 anni fa, Microsoft ha condiviso molte informazioni con centinaia di migliaia di partner in tutto il mondo e ha contribuito a costruire questo settore: il nostro impegno di oggi va verso un’ulteriore maggiore trasparenza. Il nostro obiettivo è promuovere una più ampia interoperabilità e maggiori possibilità di scelta per clienti e sviluppatori in tutto il settore IT, rendendo i nostri prodotti più aperti e condividendo ancor più informazioni sulle nostre tecnologie. I clienti ci hanno chiesto di offrire software e servizi che siano sufficientemente flessibili affinché qualunque sviluppatore possa utilizzare le interfacce aperte e i dati per integrare efficacemente le applicazioni o per realizzare nuove soluzioni: in pratica, aumentando l’apertura dei nostri prodotti, forniremo agli sviluppatori possibilità addizionali di innovare e aggiungere valore per i clienti finali".

Rimanendo in tema browser, in Germania è nato una sorta di allarme per quanto riguarda la sicurezza di Internet Explorer. Il problema relativo a possibili intrusioni nei computer dall’esterno è stato risolto? C’è qualche rischio per l’Italia?

"Nelle scorse settimane, un esiguo numero di società a livello internazionale sono state oggetto di mirati attacchi. Questi attacchi hanno utilizzato un exploit (codice maligno che sfrutta una vulnerabilità) che impattava i clienti che utilizzavano Internet Explorer 6. Abbiamo lavorato a stretto contatto con le aziende coinvolte e con le autorità dei vari Paesi per offrire agli utenti il massimo supporto e il 21 gennaio abbiamo rilasciato l’aggiornamento correttivo per Internet Explorer. Consigliamo a tutti gli utenti di installare subito l’aggiornamento e di passare a Internet Explorer 8 che garantisce elevati livelli di protezione, grazie alle migliorare funzionalità di sicurezza dell’ultima versione del nostro browser".

Nella querelle tra Rupert Murdoch e Google in merito alle news in rete, secondo “voci di corridoio” un accordo tra Microsoft e il magnate australiano per l’esclusiva della notizie online sembra essere una delle soluzioni possibili. Qual è la vostra posizione nella disputa?

"Microsoft crede sia fondamentale proteggere la proprietà intellettuale, dando il giusto valore al lavoro di chi produce i contenuti e, allo stesso tempo, permettendo al più alto numero di persone di accedere a ogni tipo di informazione seguendo il principio del fair access price.

Fino a ora l’utente del web, però, è stato abituato ad informarsi gratis: non si può cambiare di punto in bianco senza offrire qualcosa di diverso, di nuovo e di speciale. Quando gli editori porteranno nel web contenuti specializzati ed una sempre maggiore integrazione con servizi di utilità, solo allora sarà possibile ipotizzare la fruizione a pagamento dei media online".

Nel giugno 2008 Bill Gates dopo 33 anni ha abbandonato la carica di presidente Microsoft, passando il testimone a Steve Ballmer. Sebbene Gates rivesta ancora un indiscusso ruolo di guida nella società, come ha reagito l’azienda a questa decisione di un “personaggio” così carismatico?

"La decisione di Bill Gates di lasciare il timone di Microsoft è stata annunciata alla società con circa 2 anni di anticipo ed è stata gestita con tale gradualità e organizzazione che non c’è stata alcuna reazione negativa in merito. Credo anzi di poter parlare a nome anche degli altri dipendenti nel dire che la scelta di lasciare Microsoft per dedicarsi a tempo pieno ad opere di solidarietà ci ha sicuramente riempito d’orgoglio. Si tratta, infatti, di una scelta tutt’altro che ovvia e molto responsabile".

In Italia c’è un importante centro di ricerca coordinato da Microsoft e dall’Università di Trento. E’ il cosiddetto Cosbi (Centre for Computational and Systems Biology), la cui storia è iniziata nel 2005. Di cosa si occupa il centro e qual è il bilancio di questi primi anni di esperienza?

"CoSBi rappresenta il primo centro di ricerca europeo in cui Microsoft lega il suo nome a un’entità terza, l’Università di Trento, con l’obiettivo di accelerare le scoperte scientifiche e trovare nuove soluzioni ai problemi posti da informatica e biologia. La ricerca in campo biologico, che studia le molteplici interazioni tra le molecole all’interno della struttura cellulare umana, può così avvalersi dell’ausilio di tecniche computazionali estremamente innovative. La maggiore comprensione delle modalità di scambio delle informazioni, di interazione e di comunicazione tra le entità biologiche consentirà contemporaneamente lo sviluppo di linguaggi e strutture più potenti e affidabili in grado di realizzare nuove tecniche di sviluppo software affinché i sistemi informatici del futuro siano più sicuri, affidabili, efficienti.

Nel corso di questi quattro anni i rapporti tra CoSBi e Microsoft Research si sono consolidati grazie anche agli scambi attivati tra i ricercatori e all’organizzazione congiunta di eventi scientifici di alto livello che, uniti ai risultati scientifici raggiunti dal team CoSBi, ha permesso di prorogare la collaborazione fino al 2015. Un’esperienza, quindi, assolutamente positiva".

Realtà come quella del Cosbi nel Nord Italia sono sicuramente più diffuse rispetto al Sud. Ciononostante Franco Bernabè a Dialoghi Digitali ha sottolineato l’importanza delle risorse presenti anche nel mezzogiorno, non escludendo la fondazione, in questa sede, di una Valley dell’innovazione. A tal proposito Vittorio Zambardino ha criticato l’eccessiva burocrazia italiana che rende difficile portare avanti anche i progetti più innovativi. Qualcosa del genere è davvero realizzabile?

"La situazione economica mondiale e le conseguenze anche sull’economia italiana sono sotto gli occhi di tutti. Nel settore IT, esiste un rischio occupazionale e ancora più preoccupante è il rischio dell’impatto possibile sull’intero sistema di innovazione nel Paese e quindi sulla nostra capacità competitiva e posizionamento nell’economia mondiale.

Esiste quindi a mio parere un’emergenza innovazione che dev’essere analizzata attentamente e su cui occorre individuare rapidamente interventi di stimolo e aiuto, dove naturalmente anche l’industria informatica deve fare la sua parte. La leva dell’intervento in questo momento è un’opportunità per sostenere un rilancio della società dell’informazione in Italia. Questa opzione è stata discussa poco in Italia finora e noi stiamo insistendo su molti fronti per far crescere il dibattito e far maturare il consenso interno a una seria politica di intervento per combattere l’emergenza innovazione.

Una delle aree più importanti in questo senso sono i Grandi Progetti informatici a livello Paese ma anche a livello territoriale, in particolare regionale, sud ovviamente incluso. Oltre alla necessità di stimolare l’informatizzazione delle Pmi italiane, incoraggiando la domanda informatica, creando sviluppo e un maggiore gettito fiscale".

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