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Pirateria, class action contro lo Stato italiano

Aurelio De Laurentis capeggia il movimento nato per denunciare lo stato italiano nella lotta alla pirateria cinematografica. “Ha fatto troppo poco per contrastarla”.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Denunciare lo Stato italiano per non aver fatto poi tanto nella lotta alla pirateria. E' questo il nuovo imperativo che Aurelio De Laurentis e la classe cinematografica ha fatto capire nelle ultime settimane. Il problema è ormai troppo esteso ed il rischio di avere un collasso di tutto l'ecosistema del cinema è davvero troppo vicino.

Il grande produttore cinematografico insieme ai colleghi, durante l'ultimo simposio ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), ha apertamente e duramente parlato del problema. I numeri della cinematografia italiana non lasciano scampo a molto altro. La Class Action è una mossa estrema ma deve essere realizzata se si vuole fermare la situazione insostenibile della pirateria in questo settore.Il problema della pirateria è molto serio, e dico che dovremmo chiedere 12,5 miliardi di euro per ottenerne almeno 2,5 miliardi, l'importo che perdiamo ogni anno a causa della pirateria.

Il default è troppo vicino. Oltre mille risultano essere le sale cinematografiche che temono la chiusura a causa della mancanza di fondi per aggiornare le apparecchiature. Oltretutto dal 2014 i film statunitensi saranno distribuiti solo in digitale e tutto questo non può che portare ad un vero stallo irreparabile per quanto riguarda la situazione nella penisola italiana. Su 166 film italiani addirittura 36 film si sono attestati nella fascia bassa con budget minore o uguale a 200.000 euro.

Il problema della pirateria è molto serio, e dico che dovremmo chiedere 12,5 miliardi di euro per ottenerne almeno 2,5 miliardi, l'importo che perdiamo ogni anno a causa della pirateria.

Aurelio De Laurentis

Approfondendo la situazione si scopre come 19 filmati sono stati ritenuti di interesse culturale, ottenendo un contributo di 12.800 euro, mentre 37 hanno percepito il contributo di 11.600 euro, 7 film hanno si sono aggiudicati il contributo Eurimages di 3.450 euro. Decisamente briciole che non fanno altro che confermare l'esigenza da parte delle produzioni di raccogliere contributi pubblici con un mercato decisamente bloccato.

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Le presenze sono diminuite maggiormente rispetto agli incassi e questo è dovuto a un problema di evoluzione tecnologiche dovuto all'aumento di film in 3D con la quota del biglietto più elevato. Le previsioni per il 2013 vanno però in direzione di un netto recupero rispetto alla flessione avuta fino a marzo.

presidente sezione distributori di ANICA, Richard Borg

Il nemico principale di tutto questa situazione è senza dubbio la pirateria. Un ecosistema che non può più essere libero come avviene oggi provocando un vero e proprio mercato a parte che rende difficile la sopravvivenza della legalità. Si devono creare leggi specifiche, sanzioni pesanti e magari cercare di educare alla legalità la futura generazione.

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