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Pirateria, Google: nell’ultimo anno più di un miliardo di richieste di rimozione di link

Il team di Google ha da poche ore rilasciato l’aggiornamento del Rapporto sulla Trasparenza che evidenzia una crescita esponenziale delle richieste di rimozione di link presenti nelle pagine dei risultati di ricerca riguardanti contenuti che violano i diritti di copyright come musica, film, ebook e software.
A cura di Matteo Acitelli
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Il team di Google ha da poche ore rilasciato l’aggiornamento del Rapporto sulla Trasparenza che evidenzia una crescita esponenziale delle richieste di rimozione di link presenti nelle pagine dei risultati di ricerca riguardanti contenuti che violano i diritti di copyright come musica, film, ebook e software. Negli ultimi dodici mesi, infatti, il colosso di Mountain View ha ricevuto oltre un miliardo di segnalazioni da parte dei proprietari dei diritti, più precisamente si parla di 1.007.741.143 di URL segnalate relativi a circa 945.000 domini web.

Come riportato nella documentazione pubblicata da Big G, di tutti i link segnalati circa il 90% sono stati rimossi, evidenziando così l'ottima efficacia del sistema basato sul DCMA (Digital Millennium Copyright Act) che offre ai detentori del copyright la possibilità di richiedere la rimozione dei link incriminati dalle pagine dei risultati del noto motore di ricerca. La restante percentuale di link non rimossi da Google corrispondono invece a collegamenti verso pagine inattive e che quindi non in violano le normative vigenti o comunque rappresentano segnalazioni duplicate.

"Il processo notice-and-takedown si è dimostrato un metodo efficiente ed efficace per risolvere il problema delle violazioni del copyright online. La crescita annuale nel volume degli URL rimossi dai risultati delle ricerche dimostra come chi detiene i diritti trovi il sistema utile, valido e scalabile sulla base delle proprie esigenze"

Tuttavia, come segnalato dalla redazione del portale TorrentFreak, molti governi stanno lavorando al fine di migliorare ulteriormente la lotta alla pirateria online proponendo soluzioni ancora più forti. Nel Regno Unito, ad esempio, si parla della possibilità di introdurre all'interno del Digital Economy Bill una serie di emendamenti in grado di sanzionare i motori di ricerca nel momento in cui non attivino determinate attività volte a contrastare il fenomeno della pirateria su Internet.

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