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“Su Pornhub i video dei nostri stupri”: 34 donne denunciano il colosso del porno

Il colosso del porno Mindgeek dovrà difendersi in tribunale dalle accuse di 34 donne i cui video sono stati caricati senza il loro consenso sulla piattaforma di distribuzione hard Pornhub. Secondo le donne che hanno avviato il procedimento, l’azienda viene gestita “come un’impresa criminale”, che ha ospitato video di stupri, regenge porn e pedofilia per profitto.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Tornano ad accendersi i riflettori sulla piattaforma a luci rosse Pornhub, che presto dovrà difendersi in tribunale dalle accuse di 34 donne i cui video sono finiti sulla piattaforma senza il loro consenso. La causa è stata intentata a Mindgeek, l'impero da 30 miliardi di dollari del quale fanno parte Pornhub ma anche decine altri siti e case di produzione di contenuti hard. Gli addebiti sono pesanti: secondo le donne che hanno avviato il procedimento, l'azienda viene gestita "come un'impresa criminale", che ha ospitato video di stupri, regenge porn e pedofilia per profitto.

Video ospitati senza consenso

Una delle donne ha raccontato alla CBS di aver girato un video quando aveva appena 17 anni dietro pesanti insistenze del fidanzato di allora; la clip è stata poi pubblicata su Pornhub senza il suo consenso ed è stata rimossa non prima che venisse vista più di 200.000 volte. L'accusa del resto è già stata rivolta a PornHub nel passato recente: una inchiesta del New York Times aveva già raccolto testimonianze di donne che si erano trovate video caricati online senza il loro permesso e senza la possibilità di rimuoverli in tempi rapidi. La resistenza opposta dalla piattaforma – unita alla possibilità che offriva di ricaricare all'infinito lo stesso contenuto da parte anche di altri utenti – aveva fatto sì che queste clip circolassero a lungo diffondendosi anche fuori dal portale da dove tutto è iniziato.

Il problema dei controlli

Nella causa intentata viene ripreso quanto fatto emergere nell'inchiesta del New York Times, facendo cenno a video di stupri e video con protagonisti minorenni e formulando un'accusa specifica: mentre le case di produzione tradizionali hanno sempre dovuto garantire che attori e attrici partecipassero alle scene in modo consensuale, il modello di caricamento e utilizzo gratuito dei video su piattaforme come Pornhub non prevedeva i medesimi controlli.

La risposta del portale

Mindgeek ha già bollato le affermazioni contenute nella causa come "del tutto assurde, completamente prive di fondamento e categoricamente false". Dopo l'uscita dell'articolo nel New York Times il portale Pornhub ha in effetti rimosso la maggioranza dei video che ospitava e modificato alcune delle regole che hanno reso possibile quanto denunciato. Per caricare nuovi video occorre innanzitutto essere utenti verificati, mentre la funzione di download che permetteva di scaricare le clip per poi riproporle altrove online o sullo stesso PornHub è stata disattivata. Il gruppo continua però a non verificare né l'età di chi è presente nei video caricati, né che le clip non siano state caricate senza il consenso di tutte le persone coinvolte; inoltre, il cambio delle regole è però avvenuto solo nel 2020: nel frattempo il sito ha trionfato su modelli di distribuzione avversari anche grazie alla proliferazione di video ospitati resa possibile da politiche su upload e download poco rigide.

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