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Presto il tuo televisore potrebbe non essere compatibile con alcuni video di YouTube e Netflix

Un produttore di chip statunitense ha anticipato indirettamente che i futuri contenuti diffusi in streaming dalle due aziende potrebbero richiedere il supporto di una tecnologia di compressione video che è però assente da molti dei prodotti in commercio al momento, in particolare televisori e set top box.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Netflix e YouTube sono al lavoro su un nuovo formato di contenuti in streaming che in futuro potrebbe risultare incompatibile con alcuni televisori in commercio. La notizia non è ufficiale, ma sta circolando sotto forma di voce di corridoio ormai da tempo e in questi giorni ha trovato una conferma indiretta in un comunicato stampa emesso da un produttore di chip che realizza proprio componenti per la decodifica di questi contenuti.

A mettere la vicenda sotto i riflettori è stata Synaptics, azienda statunitense che produce chip e componentistica elettronica di vario genere. Uno dei suoi ultimi prodotti è un processore dedicato ai prodotti multimediali che sarà in grado di elaborare senza problemi i flussi video codificati nel formato AV1. La tecnologia di compressione, codifica e distribuzione video si sta diffondendo con rapidità online perché particolarmente efficiente rispetto a quelle diffuse finora, ma richiede una maggiore capacità di elaborazione o la presenza di chip dedicati allo scopo. Il supporto – si apprende dal comunicatosarà però un requisito per alcuni dei contenuti pubblicati in futuro da YouTube e Netflix.

Non arrivando dalle due aziende interessate l'informazione va presa con le pinze fino ad una conferma ufficiale che però potrebbe non arrivare mai: Netflix e YouTube del resto non sono tenute a comunicare in anticipo i propri progetti sul formato di distribuzione dei loro contenuti. Resta il fatto che il formato AV1 è effettivamente in rapida ascesa e i vantaggi correlati al suo utilizzo sono innegabili: a parità di qualità delle immagini trasferite con questo sistema, le risorse richieste sono inferiori. Il problema è che la tecnologia potrebbe non essere supportata in televisori e set top box dalle capacità di calcolo limitate e privi di chip per la decodifica particolarmente recenti.

Due aspetti della vicenda rassicureranno gli utenti dei due servizi. Intanto c'è la possibilità che Synaptics abbia pubblicato l'informazione sulla base di dati non ufficiali; inoltre è improbabile che Netflix e YouTube deciadano di tagliare fuori gli utenti dalla fruizione del loro intero catalogo di contenuti: eventualmente la gamma di contenuti che richiederà questo codec sarà limitata a quelli a risoluzione 4K e 8K, che per essere visti richiederanno televisori di fascia alta più probabilmente dotati delle risorse hardware e software necessarie all'utilizzo del codec AV1.

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