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Prevedere la diffusione di una notizia su Twitter, ci pensa l’Algoritmo di Huberman

Un team di informatici ha studiato la diffusione delle notizie sulla piattaforma di microblogging individuando quattro fattori che ne determinano la maggiore o minore popolarità. L’algoritmo risulta preciso nell’84% dei casi ma il rischio è l’uniformazione dei linguaggi.
A cura di Angelo Marra
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Conoscere in anticipo se una notizia sarà popolare su Twitter solo basandosi sul suo contenuto? Sembra possibile, almeno secondo quanto sostiene Bernardo Huberman, un informatico americano che con il suo Social Computing Lab di HP già nel 2010 aveva stupito tutti  utilizzando proprio la piattaforma dell'uccellino per prevedere con incredibile precisione gli incassi al botteghino dei film appena usciti. Il sistema era sicuramente molto intrigante ma aveva un problema di fondo, ovvero non era in grado di fare previsioni in anticipo rispetto all'uscita nelle sale.

Huberman ha così deciso di dirottare le sue ricerche per verificare se nelle notizie esistessero dei fattori precisi in grado di condizionarne la popolarità, individuandone quattro: la fonte, la categoria, il linguaggio e le persone coinvolte o citate nell'articolo. L'informatico ha poi incrociato questi quattro fattori con la diffusione di alcune notizie su Twitter, attribuendo ad ognuna un determinato punteggio in base alla loro popolarità ed ha elaborato un algoritmo applicabile anche su notizie non ancora diffuse sul social network. Secondo quanto sostiene Huberman, la precisione con cui il suo algoritmo è in grado di prevedere il successo di una notizia è dell'84%, un risultato niente male considerando che si basa solo sui contenuti dell'articolo.

Il problema ora è che l'algoritmo di Huberman rischia di automatizzare quello che era uno dei lati della professione del giornalista, ovvero comprendere l'opinione pubblica e anticiparne le esigenze di informazione, i gusti e le tendenze, creando una sorta di “indice di popolarità” automatico applicabile a qualsiasi notizia, oltre ad omologare differenti linguaggi costringendoli ad essere twitter friendly. Dopo l'ossessione da SEO ora è il turno di Twitter?

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