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Pyongyang Racer, la Corea del Nord si lancia nel mondo dei videogiochi. Era meglio evitare

Realizzato dalla Nosotek, il primo videogames made in North Corea punta a valorizzare le risorse turistiche della capitale. Peccato che sia davvero orribile, mal realizzato e terribilmente noioso.
A cura di Angelo Marra
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Se il paese in questione non fosse in cima alle liste nere delle associazioni umanitarie per la violazione dei diritti umani, le limitazioni delle libertà e se non fosse guidato da un governo dittatoriale e guerrafondaio, probabilmente Pyongyang Racer potrebbe essere liquidato con una sonora risata e dimenticato dieci secondi dopo averne sentito parlare.

Difficile riservare un trattamento differente per questo "titolo" (anche le virgolette sono obbligatorie), realizzato dalla Nosotek per i governo nord coreano, con lo scopo di valorizzare le risorse turistiche della nazione asiatica. Il gioco consiste in un tour per le strade della capitale, con la possibilità di aggirarsi tra i monumenti senza però eccedere in velocità, pena l'arrivo di furibonde vigilesse.

La grafica fa rimpiangere lo storico OutRun (classe 1986) e l'esperienza di gioco risulta meno emozionante delle lezioni di fisica trasmesse in tv a notte fonda. Un tentativo fallito in partenza da parte del governo nord coreano di aprirsi alle nuove tecnologie ed alle nuove forme di comunicazione che forse paga lo scotto della politica autarchica ed isolazionista voluta dal regime militare.

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