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Quando nel 1997 si credeva che internet fosse in declino (a causa del porno)

“Internet ormai in declino, 5 milioni di siti sono morti”. Così titolavano i giornali nostrani nel 1997, quando dagli Stati Uniti giungevano le prime allarmanti ricerche sul web in un momento in cui il WWW stava generando un grande polverone mediatico.
A cura di Marco Paretti
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"Internet ormai in declino, 5 milioni di siti sono morti". Così titolavano i giornali nostrani nel 1997, quando dagli Stati Uniti giungevano le prime allarmanti ricerche sul web in un momento in cui il WWW stava generando un grande polverone mediatico. L'autostrada dell'informazione, così veniva definito internet, sembrava essere destinata a perdere sempre più utenti. Lo diceva il Philadelphia Enquirer basandosi sui dati dell'Altavista Technology, secondo il quale 5 milioni di siti web potevano essere considerati "morti", cioè non venivano aggiornati da ormai più di un anno. Due decenni più tardi, solo nel 2016 sono nati oltre 700 milioni di siti web.

Fa sempre sorridere tornare a leggere i primi rapporti sul web ora che internet è entrato sotto diversi aspetti nelle vite di tutti.  Al tempo, però, la connessione era privilegio e interesse di pochi "utenti entusiasti e specializzati" come li definiva il giornale americano, ma ben lontana dalle famiglie, spaventate "dalla pornografia e dalla violenza". Così nel 1997 l'apparenza era che il web si stesse trasformando in un luogo "popolato da relitti", cioè da quei milioni di portali creati da utenti inizialmente entusiasti dello spazio virtuale che il World Wide Web gli aveva fornito ma che poi si erano annoiati.

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"Internet ha perso il suo smalto" diceva Altavista. "La febbre della novità sta scemando". Insomma, milioni di siti web trascurati e mai più aggiornati che hanno gettato molte ombre sul futuro della tecnologia. In questo dipinto drammatico – e, come poi ha rivelato il tempo, incorretto – c'è però una considerazione del Philadelphia Enquirer che merita attenzione: "Internet ha una clientela di base ancora più leale di quella della televisione, gente che ogni sera passa ore al computer o facendo ricerche o comunicando con sconosciuti" si legge. E non erano ancora nati i social. Il commento finale, però, è nuovamente negativo: internet non entrerà mai in tutte le case come la TV e la radio. "La proposta di Clinton di mettere internet in tutte le classi di tutte le scuole entro il 2000? Non è la riforma più urgente da attuare". Proprio il Presidente americano è stato tra le figure più proattive verso il web: "Quando sono entrato in carica, solo i fisici delle alte energie avevano mai sentito di qualcosa chiamato "World Wide Web'… Oggi anche il mio gatto ha la sua pagina" aveva detto nel 1996. Oggi più di 3,7 miliardi di persone navigano sul web.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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