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Questa cover per smartphone è fatta come la pelle umana

Si applica al telefono ma il materiale di cui è composta può essere utilizzato anche su altri dispositivi per controllarli in modo più naturale: i due strati di cui è composto l’accessorio restituiscono al tatto sensazioni simili a quelle della pelle e contengono sensori che distinguono diversi tipi di tocco e la relativa intensità.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Per chi è stufo delle comuni cover per smartphone presto potrebbe essere disponibile un'alternativa decisamente originale: uno strato protettivo da applicare al retro del telefono e pensato per assomigliare il più possibile alla pelle umana. L'accessorio si chiama Skin-on, è stato realizzato da un team di ricercatori provenienti da università di Bristol, Sorbona e Telecomunicazioni ParisTech e in realtà non è un prodotto vero e proprio: si tratta piuttosto di una tipologia di interfaccia che è possibile applicare a più dispositivi per interagirvi in modo più naturale – dagli smartphone agli orologi, passando per i trackpad dei laptop.

Da una parte infatti i due strati di silicone di cui è composto Skin-on hanno diverse consistenze: il primo simula la superficie leggermente più coriacea dell'epidermide, mentre il secondo replica lo strato più morbido della tela sottocutanea; insieme dovrebbero fornire una risposta tattile simile a quella restituita dalla pelle di un essere umano. Inoltre tra i due strati sono ospitati sensori che registrano non solo il tocco degli utenti, ma anche la relativa intensità – in modo simile a quanto avviene con il 3D Touch degli iPhone di Apple. La superficie si può dunque sfiorare, accarezzare, pizzicare o premere con forza dando risultati diversi che possono essere interpretati in maniera differente dal dispositivo al quale è applicata.

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Su uno smartphone e su altri dispositivi di tipo classico il sistema permette di controllare ciò che avviene sullo schermo, ma applicare uno strato cutaneo a un gadget normalmente caratterizzato da superfici fredde e lisce restituisce un risultato vagamente inquietante. Non per niente lo scopo finale dei ricercatori è in realtà quello di applicare l'interfaccia a prodotti di futura concezione –come androidi e altri robot antropomorfi – coi quali grazie a Skin-on sarà possibile comunicare non solo verbalmente e a gesti, ma anche utilizzando il tocco umano.

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