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Questa intelligenza artificiale individua i tumori al seno meglio del radiologo

Un algoritmo messo a punto dai ricercatori di Google ha dimostrato di saper riconoscere i tumori al seno in modo più accurato di un esperto in carne e ossa, ma anziché sostituire i radiologi è pensato per affiancarli. Al momento infatti al software sfuggono ancora indizi che l’occhio umano è invece in grado di cogliere.
A cura di Lorenzo Longhitano
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L'impiego di algoritmi di intelligenza artificiale in campo medico sta iniziando in questi anni a dare i propri frutti, e le ricerche scientifiche che danno risultati positivi in questo senso sono ormai numerose: l'ultima arriva da Google, che stando a quanto riportato in uno studio su Nature in questi anni ha sviluppato un modello di intelligenza artificiale che a partire da una mammografia è capace di riconoscere i tumori al seno meglio di un radiologo in carne e ossa.

I ricercatori — si legge nell'intervento che la casa di Mountain View ha pubblicato sul proprio blog aziendale per l'occasione — hanno allenato gli algoritmi fornendo loro le mammografie anonime di più di 90000 donne negli Stati Uniti e nel Regno Unito e istruendoli sui segnali da cercare per identificare un possibile tumore. Dopo questa prima fase di addestramento i ricercatori hanno fornito all'intelligenza artificiale una ulteriore serie di 28000 immagini mammografiche provenienti da altre donne, con diagnosi già effettuate ma ignote alla macchina: lo scopo era verificare se gli algoritmi sarebbero stati in grado di replicare le nozioni acquisite.

Il risultato è stato incoraggiante: non solo l'intelligenza artificiale ha fornito diagnosi corrette nella maggior parte dei casi, ma si è comportata meglio delle controparti umane riducendo il tasso di errore relativo sia ai tumori sfuggiti all'occhio umano, sia ai falsi positivi. In particolare rispetto alle diagnosi effettuate negli Stati Uniti — dove le mammografie vengono controllate da un radiologo specializzato — l'algoritmo di Google ha abbattuto del 9,4 percento i falsi negativi e del 5,7 percento i falsi positivi; nel Regno Unito — dove le immagini sono controllate indipendentemente da due addetti — il miglioramento è stato rispettivamente del 2,7 e dell'1,2 percento.

Si tratta di percentuali che possono salvare vite umane — considerando che il tumore al seno è il più frequente in assoluto tra le donne e ne colpisce una su 8 nell'arco della vita — anche se il giorno in cui gli algoritmi sostituiranno gli esseri umani è ancora lontano. In più di una occasione in effetti all'intelligenza artificiale di Google sono sfuggite neoplasie che invece erano risultate chiare a ciascuno degli altri esperti coinvolti nell'esperimento — motivo per cui il software sarà probabilmente utilizzato in affiancamento ai radiologi tradizionali. Purtroppo è ancora presto per sapere con precisione quando: il sistema va perfezionato per funzionare anche in presenza di campioni generici, al di fuori cioè di un test clinico con parametri sotto controllo.

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