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Questa mascherina può diagnosticarti la Covid analizzandoti il respiro

I vaccini stanno diminuendo la circolazione di Covid-19 e la sua pericolosità, ma non sconfiggeranno del tutto il virus. In questa prospettiva potrebbe tornare utile un nuovo tipo di mascherina sviluppato dai ricercatori di Harvard e del MIT, capace di diagnosticare la malattia ai proprietari durante il normale utilizzo.
A cura di Lorenzo Longhitano
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In molti sperano che l'attuale ondata di contagi da coronavirus possa essere finalmente l'ultima, ma la realtà è che in qualche misura occorrerà confrontarsi con Covid-19 ancora a lungo. Proprio in questa prospettiva potrebbe tornare utile un nuovo tipo di mascherina sviluppato dai ricercatori di Harvard e del MIT, capace di diagnosticare la malattia ai proprietari durante il normale utilizzo.

Il laboratorio indossabile

Il dispositivo ha le fattezze di una mascherina FFP2 con un elemento applicato alla superficie: un sensore pensato per rilevare la presenza del virus nel respiro del proprietario. I ricercatori sono riusciti a racchiudere in pochi millimetri quadrati tutte le componenti necessarie a captare gli acidi nucleici che compongono Covid-19 a partire dai droplet che vengono espulsi normalmente dall'organismo. Il lavoro è per certi versi simile a quello che viene eseguito nei laboratori di analisi dei tamponi, dove i campioni di saliva vengono trattati sottoponendoli a complesse reazioni chimiche pensate per evidenziare eventuali tracce di RNA del coronavirus.

I vantaggi

Il dispositivo riesce a rilevare eventuali infezioni dopo circa 90 minuti di utilizzo continuativo e oltre  funzionare come mascherina antivirus, si propone come sistema di tracciamento dei contagi continuativo. Il suo utilizzo su larga scala potrebbe infatti abbattere uno dei maggiori fattori che contribuiscono al diffondersi dei contagi: la circolazione di asintomatici e persone che stanno incubando il virus. Per il momento i ricercatori stanno cercando modi di utilizzare i sensori realizzati anche su altri tipi di indumento: applicati ai camici dei medici e di altri professionisti ad alto rischio potrebbero servire come a evidenziare uno stato di esposizione che può richiedere controlli ulteriori.

Questo scenario potrebbe rendere i dispositivi utili anche in scenari in cui la circolazione del virus venisse effettivamente limitata e l'uso delle mascherine interrotto. Per il momento però lo sviluppo è ancora lontano dall'essere compiuto.

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