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Quest’app curava la dipendenza da Facebook smettendo di seguire tutti: il social l’ha fatta chiudere

Un semplice strumento faceva in automatico quello che per i normali utenti è consentito, ma difficile e lungo da fare: smettere di seguire tutti gli aggiornamenti da persone, pagine e gruppi pur mantenendo le amicizie e i collegamenti intatti. Il risultato svuotava le pagine iniziali di Facebook, mettendo un freno al desiderio di scorrerle all’infinito.
A cura di Lorenzo Longhitano
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La pagina iniziale di Facebook è un concentrato di aggiornamenti di amici, post pubblicati nei gruppi e novità provenienti dalle pagine che spesso risulta confusionario e a tratti tossico. Disinformazione, odio o semplicemente distrazione si propagano dalla sezione principale del social lasciando poco controllo agli utenti su quel che vedono. La prova definitiva arriva da Unfollow Everything, uno strumento che fino a pochi giorni fa permetteva agli iscritti Facebook di smettere automaticamente di seguire pagine, gruppi e amici, e di trovarsi finalmente la pagina di Facebook priva di aggiornamenti potenzialmente tossici: la multinazionale di Mark Zuckerberg è venuta a conoscenza del progetto, lo ha fatto rimuovere e ha intimato allo sviluppatore Louis Barclay di non riprovare mai più a realizzare qualcosa di simile.

Come funzionava Unfollow Everything

Lo strumento era un'estensione per il browser che, una volta ricevuto il permesso dal proprietario dell'account, provvedeva a smettere di seguire tutti gli amici, le pagine e i gruppi collegati al suo profilo. Unfollow Everything non agiva sui collegamenti veri e propri: non interrompeva amicizie e non toglieva iscrizioni a gruppi o pagine; semplicemente attivava l'opzione "non seguire più" che pur mantenendo i legami intatti evitava di riprodurre sulla pagina principale i conteuti di tutti i contatti. Il risultato era un feed di notizie vuoto, che stando allo sviluppatore dello strumento poteva aiutare ad attenuare il bisogno di aprire l'app che alcuni avvertono di tanto in tanto.

La reazione di Facebook

"Non avevo più la tentazione di scorrere all'infinito verso il basso in cerca di nuovi contenuti", ha scritto l'autore in un articolo pubblicato su Slate per raccontare la sua vicenda. "Il tempo che ho speso su Facebook è diminuito incredibilmente; da un giorno all'altro la mia dipendenza è diventata gestibile". Facebook non ha però apprezzato l'esistenza di uno strumento simile online, e a luglio ha inviato una lettera allo sviluppatore, accusandolo di aver violato i termini di utilizzo di Facebook, intimandogli di interrompere lo sviluppo e la manutenzione di Unfollow Everything e informandolo di avergli chiuso per sempre l'account che utilizzava ormai per rimanere in contatto con la famiglia e gli amici — ovvero lo scopo principale per il quale era nato il social.

Interazioni in pericolo

La multinazionale di Menlo Park ha il diritto di decidere quali app possano interferire con la sua piattaforma ma contro Barclay si è mossa in modo particolarmente fermo, per motivazioni che si possono solo immaginare. Effettivamente Unfollow Everything — se usato da milioni di persone — può alterare radicalmente il modo in cui funziona Facebook, una piattaforma che guadagna decine di miliardi all'anno dal fatto che gli utenti interagiscono con i contenuti proposti loro.

Il paradosso è che un effetto domino simile possa innescarsi in modo così semplice, attraverso uno strumento automatico che faceva semplicemente ciò che qualunque utente potrebbe fare manualmente — ovvero smettere di seguire tutti gli amici, le pagine e i gruppi. Il motivo per cui nessuno fa nulla del genere è che premere per centinaia di volte la sequenza di pulsanti richiesta è tedioso: i gestori del social possono così dichiarare contemporaneamente che la scelta di seguire qualcuno è nelle mani degli utenti la scelta, pur sapendo che una decisione così drastica e faticosa come quella di smettere di seguire chiunque manualmente la prenderanno veramente in pochi.

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