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Queste lenti a contatto faranno distinguere i colori ai daltonici

Sono basate su minuscole ellissi dorate della dimensione di pochi nanometri, che funzionano come un filtro e trattano la luce che le attraversa in modo che possa essere recepita correttamente dalle persone affette da deuteranomalia, una particolare forma di cecità ai colori che impedisce di distinguere con precisione il rosso dal verde.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Presto chi è daltonico potrà finalmente distinguere colori che fino ad oggi non era in grado di discernere indossando semplicemente un paio di lenti a contatto. È la promessa di un team di ricercatori dell'università di Tel Aviv, che sta lavorando su un sistema ottico capace di trattare la luce che lo attraversa in modo che possa essere correttamente percepita dalle persone affette da deuteranomalia — una particolare forma di cecità ai colori che impedisce di distinguere con precisione il rosso dal verde.

I ricercatori hanno sviluppato una speciale pellicola che intendono applicare per la prima volta su elementi di piccola taglia come le lenti a contatto. La pellicola in questione è un metamateriale basato su minuscole ellissi dorate grandi pochi nanometri; questi elementi funzionano come un filtro: la luce che attraversa la pellicola giunge infatti ai fotorecettori in un formato che questi ultimi possono finalmente elaborare in modo corretto, percependo cioè i colori verde e rosso esattamente come li vede una persona non affetta dalla patologia.

In realtà esistono già in commercio occhiali capaci di correggere il disturbo, ma si tratta di dispositivi che non sono adatti ad essere indossati in qualunque situazione. La sfida intrapresa dai ricercatori dell'università di Tel Aviv consise proprio nel miniaturizzare i prodotti già disponibili per renderli indossabili direttamente a contatto con gli occhi, e in particolare nel poter applicare questi metamateriali alle superfici curve che caratterizzano le lenti a contatto. Lo sviluppo del prodotto non è ancora terminato, e le lenti non sono dunque state ancora messe alla prova, ma alcune simulazioni effettuate in condizioni di laboratorio fanno sperare che le abilità dei pazienti di distinguere i colori possano migliorare di 10 volte.

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