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Questo chip può tracciare il coronavirus e le varianti con test veloci ed economici

Una tecnologia di questo tipo può consentire operazioni di tracciamento su larga scala che consentano di individuare in tempo le eventuali varianti più pericolose di Covid-19 per bloccarne la diffusione fin da subito, ma se utilizzata veramente a tappeto può essere utile anche per prevenire l’insorgere di nuove pandemie.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Una delle sfide poste dalla lotta al Covid-19 sono le operazioni di tracciamento del virus, che consetono di sapere quanto e dove si sta diffondendo tra le persone, e anche se dal ceppo dominante stanno nascendo nuove varianti in grado di inasprire l'impatto della pandemia sulla popolazione. Quando nei Paesi si raggiungerà l'immunità di gregge grazie ai vaccini questa esigenza si farà meno pressante, ma fino ad allora continueranno a servire innovazioni come quella nata nell'Università del New Mexico: un chip per individuare rapidamente la presenza di coronavirus in un campione, intercettando anche la presenza di eventuali varianti.

La novità è stata annunciata dai ricercatori in uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Langmuir. Battezzato Highly Accurate Chip-Based Resequencing of SARS-CoV-2 Clinical Samples, lo studio descrive una tipologia di chip che permetterà di tracciare l'evoluzione epidemiologica del virus in un modo più preciso, rapido ed economico. Come descrivono gli stessi ricercatori, finora il tracciamento si è basato per lo più su test che non possono fare altro che rilevare la presenza o l'assenza di Covid-19 all'interno dei campioni analizzati, cercando di intercettare porzioni specifiche del suo corredo genetico. Sequenziare da zero l'intero codice genetico del materiale prelevato attraverso i tamponi potrebbe dare informazioni accurate sulla tipologia di coronavirus eventualmente individuata, ma è un processo lungo e costoso.

Il processo ideato dagli scienziati dell'Università del New Mexico, guidati dal professor Jeremy Edwards, promette di sequenziare l'intero genoma di un coronavirus in un solo, rapido passaggio. La chiave è una particolare tipologia di chip, diversa da quelli che trovano posto all'interno di computer e smartphone e chiamata biochip: queste componenti ospitano numerosissime, minuscole sonde di DNA fissate su una matrice che viene poi utilizzata per esaminare simultaneamente la presenza o l'assenza di un elevato numero di geni all'interno di un dato campione di DNA. Gli scienziati hanno tarato la produzione di questi chip su parametri pensati per esaminare i campioni di coronavirus, ottenendo come risultato un metodo capace anche di individuare se un campione positivo è presente una eventuale variante.

Una tecnologia di questo tipo – ha affermato il professor Edwards – può consentire operazioni di tracciamento su larga scala che consentano di individuare in tempo le eventuali varianti più pericolose di Covid-19 per bloccarne la diffusione fin da subito, ma se utilizzata veramente a tappeto può essere utile anche per prevenire l'insorgere di nuove pandemie – distinguendo un'influenza da qualcosa di più pericoloso anche durante esami di routine.

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