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Questo dispositivo tiene in vita i cuori da trapiantare per ore: potrebbe salvare migliaia di vite

È stato battezzato Ulisses e potrebbe essere pronto per il trasporto di organi umani tra circa un anno. Al momento è stato messo alla prova sugli organi di altri animali dove ha funzionato con successo, mantenendoli intatti per circa 24 ore. Prima del debutto negli ospedali però occorreranno altri test.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Uno dei problemi maggiori che devono affrontare i medici durante un trapianto di cuore è il tempo. Con le attuali tecniche di conservazione e trasporto un organo sano deve necessariamente raggiungere il paziente che lo accoglierà entro circa 4 ore dall'espianto, o l'esposizione alle condizioni ambientali rischia di renderlo inservibile anche se conservato sotto ghiaccio. A partire dall'anno prossimo però un nuovo dispositivo promette di allungare questa finestra temporale a ben 24 ore, rendendo possibili trapianti a lunga distanza fino ad oggi impraticabili, e accorciando di rimando le liste di attesa dei pazienti in tutto il mondo.

Il dispositivo è stato battezzato Ulisses ed è già stato messo alla prova con successo su organi cardiaci provenienti da maiali. Si tratta di un cilindro sotto pressione abbastanza compatto da poter essere trasportato in una valigia insieme al cuore per viaggiare in tutto il mondo, o quasi. Il sistema prevede che il cuore venga immerso in una soluzione contenente sodio, potassio e glucosio, che viene fatta circolare all'interno dell'organo insieme a un flusso di ossigeno pompato a 60 impulsi al minuto.

In sostanza il sistema Ulisses tenta di ricreare le condizioni operative del cuore espiantato anche durante il trasporto, infondendone le cellule di ossigeno e sostanze nutritive per evitarne la morte. Tra i vantaggi promessi dall'utilizzo di questo sistema c'è anche la temperatura operativa — che non deve essere tenuta artificialmente bassa — e il prezzo di meno di 120.000 euro. Il macchinario non è sicuramente economico ma d'altro canto promette di fare qualcosa di impossibile finora: accorciare i tempi d'attesa delle liste trapianti, che fino ad ora si sono sempre misurate in anni (in Italia per avere un cuore nuovo servono mediamente 3 anni e mezzo).

Il dispositivo purtroppo non è ancora pronto. I ricercatori devono ancora verificare che i cuori espiantati e conservati in questa maniera per 24 ore, oltre a non mostrare segni di decadimento strutturale, siano ancora in grado di funzionare se reimpiantati. Superato questo passaggio occorrerà iniziare le prove su organi umani — iniziando da quelli giudicati inadatti al trapianto. I medici del team prevedono però che tra circa 12-18 mesi Ulisses potrebbe essere pronto per il primo trasporto di un cuore umano effettivamente destinato a un paziente.

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