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Questo drone sottomarino realizzerà il Google Maps degli abissi

Sviluppato da una startup australiana, potrà scendere di un chilometro sotto la superficie dell’acqua per documentare quel che avviene lontano degli occhi dei sub più equipaggiati. Aiuterà gli scienziati a comprendere i misteri del mondo sommerso e realizzerà una banca dati di immagini sottomarine navigabile dagli utenti interessati.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Il fatto che quasi ogni angolo di terra emersa del pianeta sia praticamente a portata di clic all'interno di qualunque piattaforma di cartografia digitale potrebbe portare a pensare che qualcosa di simile valga per i fondali marini, eppure non è così. Anzi: il mondo subacqueo non è stato minimamente sottoposto agli stessi sforzi, ma per ovviare a questa lacuna si sta muovendo la startup australiana UAM Tec, che ha sviluppato un sottomarino autoguidato con il compito di mappare mari e oceani. Lo scopo: aiutare gli scienziati a comprendere i misteri del mondo sommerso e creare una sorta di Google Maps subacqueo a uso e consumo di tutti.

Il vascello appena terminato è il quarto di una serie nata ormai 5 anni fa, e non ha bisogno di piloti a bordo: si tratta di un vero e proprio drone che dopo essere stato sganciato dalla sua stazione di ricarica (come una nave o una piattaforma) può viaggiare per una distanza totale di 10 chilometri a una profondità massima di 200 metri, con un'autonomia di circa 40 ore. I limiti di profondità del gadget in realtà non gli consentono di raggiungere le profondità dell'oceano, ma con alcune modifiche potrà scendere anche di un chilometro sotto il livello dell'acqua: rimarrà comunque ben distante dagli abissi, ma grazie alle sue 22 fotocamere di bordo potrà comunque documentare in tranquillità molto di quel che avviene lontano dagli occhi dei sub più addestrati ed equipaggiati.

Grazie ai dati raccolti dal dispositivo nei suoi viaggi i ricercatori che l'hanno sviluppato pensano sia possibile scoprire nuove forme di vita sottomarina, ma anche tenere traccia delle mutazioni degli ecosistemi conseguenti ai cambiamenti climatici, localizzare relitti di navi e velivoli, e molto altro. Tra gli obbiettivi più interessanti per eventuali utenti interessati ai dati raccolti dal drone c'è però la creazione di WaterView, un servizio molto simile a quello che offre oggi Google con Street View; con la banca dati di immagini catturate dal sottomarino sarà infatti possibile costruire una versione navigabile online delle profondità marine, per sfrecciare tra barriere coralline, pesci esotici e ambienti incontaminati: una prima versione dimostrativa sarà resa disponibile a breve per tablet e smartphone.

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