Questo esoscheletro aiuta chi ha una protesi a camminare “Come se pesasse 12 chili in meno”
Un gruppo di ingegneri dell'Università dello Utah ha progettato un esoscheletro che permette di camminare alle persone a cui hanno amputato una gamba al di sopra del ginocchio. In più, chi indossa questa imbracatura che avvolge la vita percepirà la piacevole sensazione di camminare con due gambe in carne e ossa. Il valore aggiunto del dispositivo tecnologico sta nell'utilizzo di motori elettrici e microprocessori incorporati che diminuiscono la fatica associata alla deambulazione.
Caratteristiche del progetto
Il telaio pesa 2,45 chilogrammi ed è composto da una fibra di carbonio, alluminio e composti plastici. Stando alle testimonianze di chi ha utilizzato l'attrezzatura, queste caratteristiche hanno fatto la differenza: si è riscontrata una riduzione del tasso metabolico del 15,6%, come se una persona dotata di entrambe le gambe si disfacesse di uno zaino di 26 chilogrammi durante una lunga passeggiata. La differenza rispetto alle protesi standard è semplice: queste ultime hanno un difetto che consiste nel non riuscire a replicare completamente le funzioni biomeccaniche di una gamba umana.
"Anche se hai la capacità di muovere l'anca, questo limite fa sì che le tue abilità nel camminare vengano compromesse", ha detto Tommaso Lenzi, assistente professore, che ha guidato il team di progettazione. L'esoscheletro progettato dalla squadra garantisce un movimento facilitato, grazie a un attuatore elettromeccanico e a sistemi elettronici personalizzati presenti nell'imbracatura. "L'AI dell'esoscheletro capisce come la persona si muove e assiste il suo movimento", ha dichiarato Dante Arcangeli, studente appena laureato e co-autore del progetto.
Quando sarà disponibile la protesi
Secondo le previsioni del professor Lenzi, l'esoscheletro potrebbe essere disponibile tra un paio d'anni. Tutto dipende anche dai finanziamenti per questa fase sperimentale. Per il momento, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e il National Science Foundation si sono fatti avanti per supportare con due sovvenzioni il gruppo di ricerca dell'Università dello Utah: la prima di 985.000 dollari (851.000 euro) e la seconda di 584.000 dollari (504.000 euro).