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Quintarelli all’Agcom, il punto della situazione a una settimana dalla candidatura

La rete ha già deciso: è Stefano Quintarelli l’uomo da proporre alla presidenza dell’AgCom. Ecco come è andata la prima settimana di #quinta4president.
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Mai come quest'anno la nomina di direttore dell'Agcom, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che da pochi giorni ha terminato il suo mandato, sta diventando una questione che non tocca solo la mera conquista di una delle poltrone più potenti e decisive del paese, ma può diventare addirittura decisiva per il futuro dell'economia digitale del nostro paese. Se il nuovo direttivo sarà all'altezza degli enormi poteri e delle enormi responsabilità che li attendono potremo vedere crescere l'Italia del digitale che negli ultimi due anni sta emergendo come vera e propria forza sociale ed economica del paese. Nell'epoca degli indigeni digitali, della banda larga, della connessione mobile nella vita di tutti i giorni, della ultimo sprint da correre verso una possibile e definitiva soluzione del digital divide, nell'epoca di Facebook e della lotta per pianificare un'agenda digitale appare ancora più evidente che l’Agcom disponga di una concentrazione di potere decisionale enorme in tutte le materie che nei prossimi anni giocheranno un ruolo chiave nello sviluppo digitale del Paese.

Grandi poteri, enormi responsabilità – Siamo soliti sentirne parlare quando delibera sulle materie televisive ma in realtà le decisioni più influenti e più “pesanti” dell'Agcom sono quelle che riguardano l’assetto delle telecomunicazioni e soprattutto di Internet e dell’economia digitale. L'Agcom ha potere decisionale su temi fondamentali come: Sviluppo delle reti di nuova generazione; Sviluppo delle reti a banda larga e ultra larga; Liberalizzazione altre frequenze destinate allo sviluppo delle reti a larga banda senza fili; Completamento dello switch off televisivo dall'analogico al digitale; Regolamento sul diritto d'autore; Rimozione delle barriere per lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali; Promozione e della vigilanza sulla progressiva digitalizzazione dei servizi; Promozione e sviluppo di nuove forme partecipazione democratica dei cittadini via Internet; Definizione di una posizione netta in in materia di net-neutrality; Regolamentazione del rapporto tra fornitori di rete e fornitori di contenuti; Applicazione del nuovo quadro comunitario sulle comunicazioni elettroniche; Apertura del mercato e l'avvio della liberalizzazione del settore postale. L'Agcom inoltre dovrà dedicarsi alla riforma dell'Auditel da cui dipendono le risorse pubblicitarie per il sistema radiotelevisivo e intervenire sugli obblighi pro-concorrenziali di Sky in quanto operatore dominante sul satellite.

Diventa centrale la competenza dei candidati – Nessuna altra carica pubblica dispone di tanto potere in materia e si tratta di una carica con un mandato lunghissimo: sette anni! Sette anni fa non esisteva neppure Facebook. Bisogna scegliere bene. Non bisogna commettere errori o perderemo un treno troppo importante. E' per questo che la candidatura di Stefano Quintarelli alla presidenza dell'Agcom assume un valore ancora più importante. Il percorso di certo non sarà facile, a sette giorni dal primo vagito di questo piccolo ma sostanzioso movimento di proclamazione popolare sul web i poteri forti si sono gia messi all'opera, anche i partiti politici stanno iniziando a piazzare le loro proposte ed è qui che infine il curriculum di Quintarelli assume caratteri ideologici da non sottovalutare, lui è l'uomo candidato dalla rete, il tecnico che non ha avuto contatti con la politica, l'esperto che va in giro ad insegnare storia del web, l'imprenditore che tra i primi ha saputo cogliere l'importanza del web quando ancora non era divenuto un fenomeno di massa, quando ancora c'erano i modem a 56k.

Domenica 13 Maggio, inizia la settimana di #quinta4president – Tutto parte in seguito all'indiscrezione divulgata dal giornalista del Corriere della Sera Massimo Sideri, secondo cui il nome di Quintarelli sarebbe stato tra quelli al vaglio del Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera per la poltrona dell'Agcom. Da lì parte subito una petizione online per la raccolta delle firme in appoggio al nome di Stefano Quintarelli. Pochi minuti e parte il buzz su Twitter, il TT #quinta4president diventa in poco tempo l’hashtag più bollente della domenica, se Marco Pierani scriveva “Uno bravo per l’AGCOM: Stefano Quintarelli #Quinta4President”, Riccardo Luna rispondeva “diecimila firme in 24 ore per Stefano Quintarelli presidente di Agcom non sono poche”. Vittorio Zambardino tuonava "#quinta4president Stefano Quintarelli è uno che sa di cosa parla e cosa fa. Lo vogliamo all’AGCOM" Gianmarco Carnovale invitava il nuovo triumvirato della politica italiana ad appoggiare il candidato della rete “@pbersani @Pierferdinando @angealfa no inciuci e#Quinta4President se volete davvero riavvicinarvi a base e togliere risorse a antipolitica”. A fine giornata il commento del commissario uscente Nicola D'Angelo "Si incominciano a vedere gli effetti della partecipazione della rete alle vicende relative alle nomine Agcom. Oggi il Corriere della Sera dà la notizia della candidatura via web di Stefano Quintarelli. I tempi cambiano e sembra che solo la politica non se ne sia accorta."

Lunedì 14, il boom della petizione – La candidatura raggiunge le 10.000 firme richieste e si decide di alzare l'asticella a 15.000. Intanto il nome di Quintarelli entra nella sfera politica, il deputato del Pdl Roberto Cassinelli, promotore di iniziative pro-web al Parlamento, si spinge oltre ed auspica che tutto il partito appoggi la candidatura "certo che Quintarelli abbia le competenze e l'equilibrio necessari per assumersi una responsabilità tanto importante" e per questo chiede che "il Parlamento non resti indifferente di fronte alla forte presa di posizione della Rete, che merita ascolto e considerazione".

Quintarelli parla del futuro dell'Agcom solo martedì  15 – e lo fa per la prima volta dalla candidatura in un articolo di Wired esponendo i quattro punti cardine della sua posizione ed entrando per la prima volta nel merito delle matasse che il prossimo consiglio del garante dovrebbe sbrogliare. Parla del pluralismo nella televisione – le normative europee da applicare e i due piani di riassegnazione delle frequenze nel 2015 e nel 2018 – ma anche di regolamenti interni "oggi non c'è un meccanismo che assicuri la trasparenza delle decisioni. Ci sono indiscrezioni su chi ha votato contro o a favore, ma non esiste alcun documento ufficiale". A fine giornata oltre al nome di Quintarelli inizia a circolare quello di Antonio Catricalà, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri ed ex presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Il ministro Corrado Passera in serata assicurerà che le nuove nomine avverranno all'insegna di "trasparenza e meritocrazia".

16 Maggio, la presa di coscienza – Quintarelli rilascia un'intervista a Repubblica dove parla per la prima volta dell'iniziativa nata spontaneamente sul web, si sente rivestito di una grande responsabilità ma dimostra di essere sicuro di sè "La pressione non mi spaventa. Ho un certo feeling settore tlc, che conosco e pratico dal 1985. E nella mia vita professionale ritengo di aver dimostrato una certa dose di indipendenza." Anche in questa intervista torna a parlare di frequenze tv, sa che è un tema molto caldo e fa bene a non focalizzarsi solo sulle tematiche che potrebbe voler sentire il popolo della rete.

Giovedì 17, il parlamento in rivolta – Arriva un appello al presidente della Camera, firmato da 80 deputati di tutti i partiti, che ricorda l'importanza di non perdere qualità e trasparenza e soprattutto di andare contro la frequente spartizione delle cariche tra partiti". In giornata esce anche il primo post sul blog di Quintarelli nel quale pubblica il suo curriculum vitae, e commenta "In una istituzione importante come è Agcom, a mio avviso, sono importanti diversi tipi di esperienze: istituzionale, giuridica, di mercato, tecnologica. Come si evince dal mio curriculum le mie esperienze riguardano prevalentemente gli ultimi due aspetti; credo che le competenze che ho acquisito durante le mie esperienze, potrebbero essere un valido contributo al lavoro dell'AGCOM."

Il totonomi raggiunge il suo apice venerdì 18 – Dopo Catricalà iniziano a girare voci su una possibile nomina all'Agcom di Angelo Cardani professore associato di Economia politica, già membro del Gabinetto del Commissario europeo Mario Monti. Cardani è un bocconiano – come molti nell'attuale governo – ha una caratura internazionale e importanti esperienze di management con le Nazioni Unite. Subito dopo un gruppo di associazioni candida Sergio Bellucci, ex di Rifondazione Comunista, già sindacalista a Mediaset e grande esperto di televisione e di reti, siede attualmente nel cda di Laitspa, società in house per l'informatica della Regione Lazio. Sempre in quelle ore uno schieramento parlamentare trasversale composto da deputati e senatori di Fli, Api, Pd, PdL e varie componenti del gruppo misto invia una lettera ai Presidenti della Camera e del Senato a proposito delle procedure di nomina dei commissari e del presidente dell'Agcom annunciando il sostegno alla candidatura di Stefano Quintarelli. Quintarelli a fine giornata commenterà sul suo blog "Oggi molti parlamentari di FLI, API, PD, PdL e del gruppo misto hanno comunicato il sostegno della mia candidatura preannunciando in una lettera il loro voto a mio favore, raccogliendo così la disponibilità che avevo manifestato, ho ritenuto di assicurare un supporto formale alla mia candidatura inviando ai Presidenti di Camera e Senato tale lettera, unitamente al mio CV." Nello stesso articolo Quintarelli annuncia le dimissioni da direttore generale dell'area digital del Gruppo 24 Ore.

La prima settimana del "presidente candidato dalla rete" è stata sicuramente ricca di sorprese, intanto già dal prossimo 23 maggio l’aula della Camera voterà per l’elezione di un componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti dell’Agcom ma la scelta di un nome definitivo per la presidenza può essere prorogato per un massimo di 60 giorni dalla di scadenza del precedente mandato, quindi bisognerà aspettare ancora un po' e sperare che il candidato della rete si possa giocare tutte le sue chance.

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