Gli amministratori di Facebook e degli altri social network rischieranno due anni di prigione se continueranno ad informare gli utenti riguardo ai controlli effettuati dalla polizia e dai servizi segreti. È quanto affermato da una nuova legge attualmente in discussione nel Parlamento inglese. Si chiama Investigatory Powers Bill e nel paese ha già sollevato diverse critiche a causa della stretta che porterebbe sugli utenti e sulle aziende del settore. Diventerebbe un crimine, per esempio, notificare gli utenti sorvegliati o i cui contenuti siano stati messi sotto osservazione dalle autorità. Questi possono includere tweet, messaggi di testo o email.
Le aziende sono diventate sempre meno cooperative con le autorità in seguito alle rivelazioni di Edward Snowden che hanno dato il via allo scandalo dell'NSA. Attualmente molte realtà, tra cui Twitter e Facebook, pubblicano annualmente dei rapporti con i quali notificare gli utenti di quante siano state le richieste governative nel corso dell'anno e a quante sono stati costretti a rispondere inviando dati privati o relativi all'account. "Impedendo alle aziende di notificare i consumatori riguardo alle richieste di accesso alle informazioni personali, la nuova legge rischia di uscire dal percorso tracciato dalle altre legislazioni internazionali" ha spiegato Antony Walker, CEO di un'azienda che rappresenta le realtà del settore della comunicazione.
La proposte del governo prevede la possibilità di accedere alle comunicazioni private dei cittadini, richiedendo agli operatori telefonici di bypassare la crittografia che le protegge attraverso una backdoor, una sorta di "entrata secondaria", senza comunicarlo gli utenti. "Sebbene in alcuni casi la notifica delle richieste all'utente sia dannosa nei confronti delle indagini, in molti altri non lo sarebbe affatto" ha continuato Walker. "Questa legge renderebbe la collaborazione con le autorità molto più difficile e potrebbe rallentare la condivisione delle informazioni con le altre agenzie di intelligence". Persino Apple si è detta preoccupata dall'Investigatory Powers Bill, spiegando che "se si crea una backdoor, quella backdoor è per tutti, per i buoni e per i cattivi".