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Reti 5G, ecco il progetto per l’Italia

Sono iniziati in sordina i primi lavori per portare in Italia il 5G, la rete mobile di nuova generazione. L’obiettivo è quello di portarla in Italia entro il 2022, cioè con soli due anni di ritardo rispetto al resto dei paesi europei.
A cura di Marco Paretti
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Sono iniziati in sordina i primi lavori per portare in Italia il 5G, la rete mobile di nuova generazione che vuole migliorare ulteriormente le prestazioni e consentire l'utilizzo di soluzioni tecnologiche come, per esempio, i visori per la realtà virtuale anche in assenza di una rete WiFi. L'obiettivo è quello di portare il 5G in Italia entro il 2022, cioè con soli due anni di ritardo rispetto al resto dei paesi europei, che si sono imposti come scadenza il 2020. Una procedura che dovrà tenere conto di diversi aspetti critici, uno su tutti quello televisivo: in Europa il 5G utilizzerà i 700 MHz, attualmente usati dalle televisioni.

Ma a cosa serve il 5G? Se il 4G ha portato ad un considerevole aumento della velocità di connessione, oltre ad alleggerire il carico della rete 3G, la prossima evoluzione si pone come obiettivo quello di diventare lo standard per le tecnologie mobile del futuro, anche al di fuori della sfera degli smartphone. Dalla realtà virtuale all'Internet delle Cose, il network di oggetti sempre connessi che possiamo controllare dalla distanza. In assenza di una rete WiFI sarà il 5G a fornire una soluzione di connessione mobile efficiente. Per fare in modo che ciò avvenga senza problemi, però, "la transizione deve essere pianificata con ampio anticipo al fine di permettere a tutti gli interessati di conoscere con certezza le modalità e le tempistiche del processo di modifica dello spettro frequenziale" spiega l'Antitrust.

L'obiettivo a breve termine è quello di facilitare il rilascio delle frequenze interessate in modo da consentire alle realtà nuove di lanciarsi subito nella corsa al 5G e, potenzialmente, anticipare la deadline del 2022. Questo senza pestare troppo i piedi alla televisione, che però con il nuovo standard del digitale terrestre DVB-T2 dovrebbe sopportare meglio la riduzione dello spettro radio. Anche in questo caso, però, l'imperativo è quello di ridurre al minimo i disagi per gli utenti, un elemento dietro l'angolo visto che non tutte le televisioni sono compatibili con il nuovo standard.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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