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Riccardo Luna e il successo dei Digital Champions

Una manifestazione superba capace di coinvolgere il meglio del settore digitale italiano e di dare spazio a tutti. Nonostante le critiche mosse al Digital Champion italiano Riccardo Luna, l’Italian Digital Day è un segno degli enormi progressi conseguiti nel promuovere la cultura digitale in Italia.
A cura di Dario Denni
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Italian Digital Day alla Reggia di Venaria Reale Foto LaPresse -Andrea Negro 21/11/2015
Italian Digital Day alla Reggia di Venaria Reale
Foto LaPresse -Andrea Negro 21/11/2015

È passato qualche giorno dall’Italian Digital Day, il grande evento che ha coinvolto tutto il settore digitale a partire dai grandi esperti informatici nazionali ed a finire con i rappresentanti della politica e delle istituzioni che si sono alternati sul palco della Reggia di Venaria per raccontarci un'Italia migliore, quella che si sta lentamente formando intorno ai temi legati al digitale ed all'innovazione.

Protagonista assoluto di questo incontro è stato certamente Riccardo Luna, un grande giornalista, un ‘sognatore’ (così si definisce) appassionato di queste tematiche che ha avuto un incarico prestigioso da parte del Governo e lo sta portando avanti con successo: l’incarico di Digital Champion italiano, ossia un evangelizzatore di Internet che incoraggia i cittadini a modernizzarsi ed a cogliere o (meglio ancora) creare le opportunità di crescita e di sviluppo attraverso la consapevolezza di tutti gli enormi vantaggi che il digitale apporta al normale svolgimento di ogni attività, alle imprese ed alle istituzioni tutte.

In un contesto come quello della Reggia di Venaria di Torino, caratterizzata da una forte presenza della italianità intesa come eccellenza e quindi in un'architettura che da subito ha dato a tutti la possibilità di vedere rappresentato il meglio dell'Italia conosciuta anche all'estero, si è tenuta questa kermesse fondamentale per tutti coloro che lavorano in questo settore. L'evento – seguitissimo – ha riscosso una grande partecipazione di pubblico rimasto in sala fino alla fine, ed è stato anche seguito in streaming grazie anche alla non trascurabile presenza di numerosi personaggi illustri, scelti tra sindaci, ministri, artisti, imprenditori e, non da ultimo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi in persona.

È chiaro che un evento così importante, in cui è stato fatto un primo bilancio delle cose fatte (Piano banda ultralarga, SPID, Italia LogIn, Siti della PA ecc) e dove sono stati illustrati i progetti in cantiere più rappresentativi della rivoluzione digitale italiana, era prevedibile che non poteva non attrarre anche flussi di critiche che sarebbero state certamente trascurabili se non fossero state mosse direttamente da personaggi noti nel settore del digitale e dell'innovazione e che per questa sola ragione è bene tenerne conto.

In particolar modo si imputa da più parti a Riccardo Luna di aver utilizzato la sua figura di Digital Champion per creare un'associazione privata omonima, utilizzata per assegnare una forma di incarico analogo, di “campione digitale” anche a tante altre persone distribuite su tutto il territorio nazionale. Questo fatto – a detta di alcuni – crea le condizioni per una confusione tra quello che è l'incarico ufficiale che possiede solamente Riccardo Luna e delle forme diverse di incarico di natura privata che invece sono state distribuite ad altre persone, tante quanti sono coloro che aderiscono all'Associazione privata Digital Champions (con la s finale).

È chiaro che a prima vista potrebbe apparire una situazione fumosa, anche se in realtà non lo è affatto. Anzitutto dobbiamo a Riccardo Luna alcuni grandi meriti oggettivi tra cui la sua indubitabile capacità di aggregare persone intorno ad un progetto complesso come quello di cui è stato incaricato in quanto Digital Champion nazionale. Il suo modo amichevole di porsi e di creare empatia con il pubblico a tutti i livelli – dal grande manager aziendale come Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia, fino alla ragazza di 14 anni che ha raccontato la sua esperienza di fronte ad una platea attenta e qualificata come quella di Venaria. Tutto questo ha fatto di lui un grande mattatore attraendo intorno alla sua figura, un enorme seguito ed un’incredibile successo che ha convinto perfino il presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi a credere in lui e a dare priorità assoluta alla digitalizzazione in Italia a partire dal livello infrastrutturale, ossia quello della diffusione della larga banda, fino a processi di modernizzazione della pubblica amministrazione che coinvolgono trasversalmente e direttamente una serie di dicasteri interessati, tra cui quello della scuola, quello della salute, quello della difesa e quello della PA.

E’ di tutta evidenza che anche tutto il processo organizzativo che ha mosso la macchina messa in moto da Riccardo Luna – attraverso l'associazione Digital Champions – merita il giusto riconoscimento e anche – se mi permettete – un doveroso ringraziamento perché quello che questi ragazzi hanno fatto è stato diffondere e far germinare il seme dell'innovazione anche nei piccoli comuni, dove a fatica arriva il doppino telefonico di rame di Telecom Italia. Piccoli Comuni che hanno capito come sfruttare l’innovazione per il benessere dei cittadini, con l’organizzazione della raccolta differenziata, con la valorizzazione del territorio, con l’attrazione del turismo.

Un fenomeno di assoluto rilievo come questo ridimensiona – e di molto – ogni critica basata sul sospetto – e si dimostra essere di una rilevanza strategica fondamentale. Qualunque persona che ha a cuore il futuro digitale dell'Italia e che lavora in questo settore deve riconoscere il grande operato di Riccardo Luna per aver promosso ad ogni livello la cultura digitale affinchè potessero nascere ed evolvere progetti più complessi e di natura tecnica che altrimenti non avrebbero visto la luce in Italia. Anche solo l’emulazione del ‘buon esempio’ delle amministrazioni piu’ virtuose – raccontato con orgoglio – è un volano incredibile per il nostro Paese, da sempre relegato a fanalino di coda in Europa, per diffusione di Internet e delle nuove tecnologie informatiche.

Non è un caso che molte imprese si siano rese conto di quanto strategico fosse il “fare in digitale”, specialmente quando penetra dentro i processi giudiziari, quando entra nelle scuole, quando entro nelle università, quando diventa pane quotidiano per poter dialogare in maniera più efficace con la pubblica amministrazione.

Concludendo, quella di Venaria è stata in generale una manifestazione superba perché ha dato spazio veramente a tutti, ha lasciato parlare un grande scrittore come Alessandro Baricco ma ha anche lasciato il microfono ad una ragazza di 14 anni – Valeria Cagnina, che si è distinta nel suo Comune per le sue doti comunicative, la capacità di divulgarle in maniera efficace, le sue speranze in un’Italia digitale, con una scuola migliore ed un modello educativo che anche in Italia è possibile.

Io sto con Riccardo Luna e voi?

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