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Rim sempre più giù, altri licenziamenti e BlackBerry10 rinviato al 2013

Saltano altri 5000 posti di lavoro per l’azienda canadese che chiude il primo trimestre del 2012 con dati davvero sconfortanti. Rinviato il lancio del nuovo OS e sul colosso si allunga di nuovo l’ombra di Microsoft.
A cura di Angelo Marra
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Il periodo nero di Rim sembra ormai non avere più fine. Quello del BlackBerry è un caso emblematico di un'azienda passata in pochi anni dall'olimpo della telefonia ad una crisi che sembra non potersi concludere se non con una cessione, almeno parziale. Come per Nokia a segnare il crollo di un ex leader del mercato ci hanno pensato due condizioni, il peso sempre crescente di Android e iOS e l'incapacità dell'azienda di sapersi rinnovare ed affrontare le sfide dei mercati. Eppure Rim, al pari del colosso finlandese, aveva tutte le carte in regola per reggere l'onda d'urto delle “nuove leve” del mercato telefonico; decine di milioni di clienti sparsi in tutto il mondo e il monopolio di gran parte dell'utenza business, grazie alla possibilità di navigare in rete e inviare e ricevere mail dal telefono offerta fin da quando Android era solo un progetto nelle menti di Mountain View.

I primi vagiti degli “smartphone” ora così diffusi non hanno preoccupato eccessivamente l'azienda, convinta che quel tipo di tecnologia fosse orientata più verso la clientela customers, mentre quella professionale rimaneva affezionata ai tradizionali BlackBerry, più affidabili e meno sperimentali. Quello che il gigante canadese non ha forse previsto era lo sviluppo repentino delle piattaforme avversarie e il fatto che pian piano cominciassero ad erodere mercato a discapito dei grandi nomi di un tempo, che all'epoca dominavano il mercato. Man mano la versatilità offerta dai sistemi operativi di Google ed Apple ha cominciato ad ingolosire anche chi utilizzava il cellulare per lavoro e allo stesso tempo Rim ha creduto di poter cavalcare l'onda adagiandosi sugli allori del successo ottenuto in passato, senza ritenere necessario modernizzare la propria piattaforma per renderla concorrenziale (anche in questo caso il parallelismo con Nokia e Symbian è obbligatorio). Il risultato è stato un ritardo enorme rispetto al mercato, ritardo pagato con un'emorragia di clienti e il crollo delle azioni dell'azienda, passate in meno di due anni da 70 dollari l'una a soli 8. Altri problemi tecnici come il blackout totale della rete EULA di BlackBerry di qualche mese fa non hanno fatto altro che contribuire ulteriormente ad affossare l'immagine della società, rendendo se possibile la situazione ancora più nera. Una condizione analoga a quella affrontata da Nokia, che ha provato a risalire la china con un matrimonio poco fortunato con Microsoft che puntualmente non ha portato i risultati sperati.

Proprio il gigante di Redmond si è più volte in passato dimostrato interessato a Rim e soprattutto ai suoi brevetti ma nonostante le pressioni di molti azionisti l'azienda ha preferito non cedere alla tentazione e cercare di mantenere la propria indipendenza. Purtroppo a questa scelta non è stata affiancata una rivoluzione della piattaforma, il motivo reale che aveva determinato il crollo del produttore telefonico, e la sua parabola discendente ha finito per divenire ancora più ripida. Le speranze a questo punto erano tutte riposte in BlackBerry 10, il nuovo OS studiato per concorrere con Android e iOS e presentato pochi mesi fa in pompa magna ma la notizia di poche ore fa è che non vedrà la luce prima del 2013, molto in ritardo secondo le previsioni. Forse troppo, visto che nell'ultimo mese sia Apple che Google hanno presentato i loro nuovi os, iOS6 e Jelly Bean, pronti a spartirsi l'intero mercato telefonico, considerando anche che per Rim si tratta di una rincorsa disperata. Intanto i risultati del primo trimestre 2012 stroncano in toto la gestione dell'azienda, con un deficit inizialmente previsto di 0.03 dollari ad azione e rivelatosi poi superiore allo 0,24, con la società costretta a licenziare altri 5000 dipendenti per rientrare nella spendig review obbligatoria. A questo punto per BlackBerry si prospettano solo due soluzioni per uscire dalla crisi; rinunciare all'esclusiva dell'os sui propri terminali concedendolo in licenza ad altri produttori oppure accettare l'ingresso nella società di Microsoft, che nonostante i rifiuti passati non ha ancora archiviato l'ipotesi di fare acquisti tra i brevetti dell'azienda canadese. Entrambe le ipotesi porterebbero ad una perdita di indipendenza per Rim ma si tratta delle uniche soluzioni attuabili per uscire dalla crisi e scongiurare il pericolo di una vera e propria svendita.

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