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Silurato Umberto Rapetto, numero uno della squadra antifrodi informatiche della Gdf

“Ordinari criteri di rotazione del personale” dietro alla rimozione dello sceriffo del web, a capo del nucleo speciale della Guardia di Finanza. In realtà le sue indagini sulle slot- machines avrebbero infastidito qualcuno di troppo, svelando legami con la criminalità organizzata.
A cura di Angelo Marra
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Se c'è qualcuno che esce vittorioso da questa brutta storia è la criminalità, soprattutto quella informatica, privata “finalmente” del suo più implacabile nemico. Classe 1959, il colonnello Umberto Rapetto è considerato da molti lo sceriffo del web, un'istituzione della lotta ai reati informatici e fondatore del nucleo per la lotta alle frodi telematiche della Guardia di Finanza. Con la sua squadra ha messo a segno alcuni dei successi più importanti, dall'operazione “Macchianera” a quelle condotte contro gli attacchi hacker al Pentagono, alla Nasa e ad alcune istituzioni italiane. Insomma un vero esperto del settore, con un esperienza che trova origine in un'epoca in cui la politica ignorava persino l'esistenza della rete. In un altro paese un tecnico del genere ricoprirebbe di sicuro un posto strategico, con tanto di plauso e sostegno prima di tutto dai suoi uffici, la Guardia di Finanza. Invece è proprio da lì che arriva la doccia fredda, in classico stile italiano. Il colonnello viene improvvisamente rimosso e gli viene assegnato un incarico d'ufficio che non lascia dubbio al carattere punitivo dell'operazione.

LE INDAGINI SULLE SLOT-MACHINES – Negligenza? Abuso di ufficio? No, ufficialmente si tratta solo di un normale turn over (poco importa che per sostituirlo siano stati chiamati ben sei ufficiali, quattro dei quali senza nessuna competenza in materia) ma immediatamente qualcuno ha cominciato a parlare di alcune indagini che Rapetto ha condotto in merito ad un giro di slot-machines, indagini che hanno portato ad un recupero per l'Erario di due miliardi e mezzo ma che hanno pestato i piedi ad organizzazioni legate al monopolio di Stato ed alla criminalità organizzata. Fatto sta che a Rapetto è stata negata la possibilità di discutere il trasferimento con gli alti vertici ed anche gli altri due capitani, membri della sua squadra che da tempo lo accompagnano nell'operazione sono stati scavalcati dagli ufficiali che lo hanno sostituito. La faccenda ha immediatamente scatenato un vespaio di polemiche con ben nove interrogazioni parlamentari tra Idv, PD, Udc, Pdl e FareItalia in cui viene chiesto il motivo di tale decisione e di riconsiderarla alla luce della provata esperienza di Rapetto e del danno per lo Stato nel perdere un elemento così prezioso. La parola ora spetta ai vertici delle Fiamme Gialle ed al Ministro dell'Economia ad interim, Mario Monti, gli unici a poter rivedere la sostituzione del colonnello. Intanto Rapetto per protesta ha deciso di dimettersi dalla Guardia di Finanza, un posto nel campo della sicurezza informatica non faticherà certo a trovarlo.

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