In seguito a diversi incidenti che hanno portato al ferimento di persone e al danneggiamento di proprietà, Samsung ha annunciato l'interruzione della produzione del Galaxy Note 7, l'ultimo phablet prodotto dall'azienda sudcoreana che da qualche mese ha portato solo gravi problemi nella linea di smartphone Galaxy. La notizia, divulgata dall'agenzia coreana Yonhap e confermata dal The New York Times, arriva dopo che anche i dispositivi segnalati da Samsung come sicuri hanno preso fuoco in circostanze misteriose. Sarebbero oltre cinque gli smartphone sostituiti dall'azienda che, nonostante fossero indicati come non problematici, hanno comunque portato all'esplosione della batteria.
L'interruzione della produzione è avvenuta in cooperazione con le organizzazioni di sicurezza degli Stati Uniti, Cina e Corea. La tempistica scelta per l'annuncio, peraltro, non è casuale: Samsung ha diramato il comunicato stampa durante il secondo dibattito presidenziale tra Donald Trump e Hillary Clinton, cercando di nascondere la notizia dietro ad uno degli scontri più seguiti dell'anno. Da oggi, comunque, i Galaxy Note 7 non saranno più in vendita e nemmeno prodotti all'interno delle fabbriche dell'azienda. Resta da capire se Samsung ha intenzione di risolvere internamente i problemi per poi tornare a produrre lo smartphone o se deciderà di evitare del tutto il rilancio di un dispositivo ormai marchiato dalla cattiva pubblicità.
Il caso che negli ultimi giorni ha dato il colpo di grazia al Note 7 è stato quello che ha coinvolto Brian Green, proprietario di un phablet sostituito da Samsung che ha comunque preso fuoco su un aereo della Southwest Airlines. Ad oggi sono almeno cinque i casi di device sostituiti dall'azienda – e quindi teoricamente sicuri dal punto di vista della batteria – che invece hanno provocato incendi o esplosioni. Da qui la decisione dell'azienda di interrompere la produzione. Se questa sarà definitiva o no, però, lo sapremo tra qualche giorno.