87 milioni di account, quasi 40 milioni in più delle cifre inizialmente divulgate dalla gola profonda che ha svelato i retroscena delle operazioni di Cambridge Analytica. A rivelare i nuovi allarmanti dati è lo stesso Facebook, che in un post sul blog ufficiale ha sottolineato che i profili utilizzati per alimentare l'algoritmo di Cambridge Analytica non sono 50 milioni ma 87 milioni. Un numero impressionante raggiunto grazie all'applicazione sviluppata da Aleksandr Kogan e alle politiche di Facebook che consentivano di raccogliere i dati non solo di chi usava l'app ma anche della sua cerchia di amici. Così da 270.000 utenti che effettivamente hanno aperto il quiz "thisisyourdigitallife" si è arrivati a 87 milioni di profili.
Dal post di Facebook si evince però anche un altro dato interessante, cioè la suddivisione per stato del numero di profili coinvolti dallo scandalo. E se da un lato è vero che la maggior parte – oltre 70 milioni – appartengono agli Stati Uniti, dall'altro è chiaro che la raccolta dati ha colpito anche altre nazioni, Italia compresa. Secondo i grafici di Facebook, l'applicazione di Kogan sarebbe stata utilizzata da 57 italiani, elemento che avrebbe portato alla raccolta di 214.000 profili appartenenti al nostro paese. "È una stima in eccesso" ha spiegato Zuckerberg. "Sulla efficacia dei messaggi e sul tipo di dati che Analytica ha avuto, stiamo ancora indagando e ci vorrà del tempo. Ma per ora possiamo dire che quello è il numero di persone che in teoria potrebbero esser state raggiunte".
Ora su Facebook grava il duro compito di capire se lo sfruttamento di questi dati da parte di Cambridge Analytica, a cui sono stati ceduti da Kogan, abbia effettivamente avuto un impatto grazie al micro targeting, soprattutto nel caso delle elezioni politiche o del referendum sulla Brexit, due campagne nelle quali ha operato anche Cambridge Analytica. Anche se così non fosse, però, Facebook dovrà riprendersi da una situazione non certo rosea: è il suo sistema ad aver consentito che un'applicazione raccogliesse così tanti dati sugli utenti. "La vita è imparare dai propri errori. Nessuno aveva mai costruito una realtà come Facebook, non siamo perfetti, ma è un servizio usato da molti in maniera positiva" ha concluso Zuckerberg.