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Se hai usato Foodora i tuoi dati personali potrebbero essere finiti online

Il servizio di consegna a domicilio tedesco non opera più in Italia ormai da tempo, ma una fuga di dati che risale al 2016 ha coinvolto anche utenti del nostro Paese. Dei più di 700mila profili coinvolti sono stati trafugati e pubblicati recentemente nomi, cognomi, indirizzi e numeri di telefono.
A cura di Lorenzo Longhitano
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C'è anche un numero imprecisato di italiani tra le persone che sono state colpite da una grave fuga di dati — un data breach che ha coinvolto il gruppo multinazionale Delivery Hero al quale fa capo l'azienda di food delivery Foodora. A confermare la notizia è stato lo stesso gruppo tedesco: le informazioni personali di 727.000 clienti delle aziende collegate alla casa madre sono finite recentemente online a disposizione di chiunque.

Gli utenti colpiti

Anche se i dati rubati risalgono al 2016, il danno è stato scoperto il 19 maggio, quando un utente ha pubblicato su un forum un archivio con le informazioni in questione su utenti di Foodora e altri servizi legati a Delivery Hero resienti in 14 Paesi, tra i quali — oltre all'Italia — figurano Australia, Austria, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Hong Kong, Liechtenstein, Norvegia, Paesi Bassi, Singapore e Spagna.

Le informazioni pubblicate

I dati trafugati sono particolarmente sensibili, dal momento che su Foodora gli utenti non solo si identificano generalmente con nome e cognome, ma aggiungono al proprio profilo anche indirizzi e numeri di telefono per facilitare le consegne ai rider. Il fatto che l'archivio sia stato pubblicato su un forum significa che l'hacker che ha perpetrato l'attacco ai dati non è l'unico ad averli visionati, anzi: le informazioni finite indebitamente online possono essere utilizzate anche in futuro da chiunque abbia avuto accesso all'archivio incriminato per escogitare attacchi di phishing o truffe ai danni degli utenti coinvolti.

Gli utenti che vogliono sapere se i loro dati sono inclusi tra quelli che sono stati esposti possono visitare HaveIBeenPwnd, un servizio che confronta i nomi utente inseriti con quelli presenti all'interno di tutte le banche dati violate negli ultimi anni. Per Delivery Hero potrebbero invece profilarsi guai legali, soprattutto in Europa: secondo il GDPR l'azienda potrebbe trovarsi a dover pagare una multa salata per non aver saputo proteggere i dati dei suoi clienti, pari a 22 milioni di euro oppure — se superiore — al 4 percento del fatturato annuo.

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