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Se la sedia a rotelle diventa un trono: la voglia di riscatto emoziona il New York Comic Con

Al festival carnevalesco e nerd di New York decine di persone con disabilità hanno avuto l’occasione di esprimersi secondo la loro creatività.
A cura di Enrico Galletti
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Sono passate migliaia di persone dal New York Comic Con, l’attesissa festa carnevalesca e "nerd" americana. Si tratta della dodicesima edizione di un festival molto partecipato e pieno di colori, che in fondo non ha età. Vi hanno partecipato grandi e piccoli, chi alla ricerca del fumetto storico e originale, chi a caccia dell’ultimo pezzo di antiquariato. E tra le 180.000 persone che hanno visitato il New York Comic c'è una categoria interessante che, di fatto, non perde nessun evento di questo genere. È il gruppo dei cosplayer, amici ma non solo, che hanno visto nel festival un punto di incontro e un’occasione per esprimere la propria creatività. Come di rito, si sono travestiti con i costumi dei personaggi più svariati. E c'è un dettaglio, che alla fine proprio dettaglio non è. Un dato curioso, che parla di una forte natura inclusiva che ha di fatto caratterizzato tutte le giornate del festival. Perché tra i cosplayers c’erano tante persone con disabilità. Qualcuno non ha rinunciato a fare da spettatore al New York Comic Con, qualcuno si è persino travestito.

Vedere Star Wars, i personaggi delle serie TV di Netflix, i Pokémon, i personaggi Marvel e quelli di Star Trek “sfilare” su una sedia a rotelle ha commosso gli spettatori. E ha lanciato un segnale chiaro: nessuno può dirsi escluso da uno dei festival più attesi dell’anno. Alcuni dei partecipanti su una sedia a rotelle hanno raccontato come il mondo del costuming sia stato decisivo ad accettare la propria disabilità, e ad avere la forza e il coraggio di non arrendersi di fronte agli ostacoli. Non solo. Essere cosplay aiuta anche dal punto di vista delle relazioni. Lo ha detto chiaramente un partecipante d’eccezione. "Cosplay ha aiutato la mia disabilità. Io ho ADHD e autismo. E questa passione è stata davvero decisiva per me" ha spiegato l'assistente sociale e attivista Joseph Munisteri. Significativa anche la testimonianza di Justin Santiago, alla quale è stata diagnosticata la sindrome di Asperger. Lei, al New York Comic, era in prima fila. E ha spiegato come certe passioni possano aiutare davvero, e provare a fare seriamente la differenza.

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“Seguire i modelli del cosplay costituisce una grande lezione, perché ti porta a costruire un ordine, sia mentale sia concreto. Da piccola avevo grandi difficoltà a socializzare, con questa piccola grande passione la mia vita è cambiata. Sono uscita dal guscio e mi sono ritrovata circondata da tanti amici”. Santiago ha sottolineato un altro tema importante, che è quello della creatività che chi si ritrova su una sedia a rotelle può scatenare. “Basti pensare – ha ricordato – al festival di un anno fa. Qualcuno aveva usato la sua sedia a rotelle come un trono di ferro. Bisogna considerare che ‘disegnare' un costume su una sedia a rotella o su un paio di stampelle non è facile. Ma può davvero aiutare a non sentirsi esclusi”.

E a proposito della forte natura inclusiva del New York Comic, come riporta The Verge, è intervenuto anche il direttore regionale di Magic Wheelchair, David Vogel. La sua voglia di aiutare le persone con disabilità nasce dalla perdita del fratello. Vogel ha raccontato uno dei suoi progetti, quello dedicato ad A.J., un bimbo affetto dalla sindrome di Rett. Il team capitanato da David Vogel ha avviato una raccolta fondi per trasformare la sedia a rotelle del bambino in un mezzo Blaze. Un altro esempio significativo, simbolo di un festival con una missione aggiunta. Provare ad abbattere le barriere, senza arrendersi mai.

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