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Se pubblichi meme su Instagram potrebbero chiuderti il profilo

Gli algoritmi di Instagram sbagliano spesso quando si tratta di moderare i contenuti violenti o inadatti ai minori. Il sistema è strutturato per offrire agli utenti la possibilità di appellarsi alle decisioni sbagliate, ma per chi cura pagine dal contenuto variegato come i meme, c’è il rischio di accumulare più violazioni che portano alla chiusura del profilo.
A cura di Lorenzo Longhitano
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I meme sono ormai una delle forme di espressione grafica più diffusa online, e anche su Instagram occupano una parte sempre maggiore dei contenuti pubblicati. Pubblicarne troppi però, o addirittura gestire una pagina dedicata esclusivamente a questo fenomeno, aumenta il rischio di incorrere in sanzioni da parte del social. La denuncia arriva da una utente che ha già subito questo trattamento, e che sulle pagine di Mashable ha raccolto testimonianze che portano a una conclusione bizzarra: pubblicare meme su Instagram può farti chiudere il profilo.

La mannaia dell'algoritmo

La storia di Samantha Nazzi è simile a quella di un numero imprecisato di utenti impegnati a raccogliere immagini dalla Rete, curarle e ripubblicarle in forma di meme: il materiale raccolto può infatti incorrere inavvertitamente in una violazione delle linee guida di Instagram ed essere rimosso dal social. Questo può avvenire con chiunque, ma chi si occupa di meme sperimenta spesso con testi e materiali grafici di natura più variegata, amplificando un rischio che può portare a perdere il lavoro di mesi.

Innanzitutto infatti Instagram può fare errori e in nessun caso dà una comunicazione precisa sulla violazione riscontrata: la creator ha raccontato di essersi vista eliminare per adescamento un post ironico e privo di riferimenti sessuali, senza sapere cosa avrebbe dovuto fare per evitare di incorrere in segnalazioni simili nel futuro; in secondo luogo, in caso di reiterazione della violazione il profilo rischia di essere sospeso a tempo indeterminato; infine, le procedure per riottenere i profili bloccati possono protrarsi per settimane o mesi, e il supporto tecnico del social non ha tempistiche precise per la risposta alle richieste degli utenti.

Il sito web Deleted in 2020 raccoglie le fotografie espulse da Instagram, reinviate a scopo di denuncia dagli utenti colpiti dai provvedimenti. Il portale offre una panoramica sui risultati incoerenti degli algoritmi di moderazione di Instagram: anche se buona parte delle immagini contengono nudità o elementi in palese violazione con le linee guida della piattaforma, altre immagini sono state segnalate ed eliminate senza motivazioni apparenti. Il riconoscimento delle immagini automatico ideato dagli sviluppatori fa evidentemente degli errori, che però non possono essere riesaminati facilmente perché le procedure di assistenza agli utenti sono interminabili.

Creator in un limbo

E se perdere un account personale da un migliaio tra follower e amici è sicuramente una perdita considerevole, vedersi chiudere un profilo da decine di migliaia di seguaci con un potenziale sbocco professionale rappresenta anche un danno economico. Nazzi ha raccolto la testimonianza di altri colleghi che utilizzano le loro pagine di meme per promuovere la propria attività nel mondo reale, mentre lei stessa sperava di lanciare una linea di prodotti legati alla sua pagina prima di perdere i 21.000 follower accumulati in un anno.

Gli algoritmi di moderazione di Instagram sono pensati per proteggere il benessere degli utenti online schermandoli da contenuti violenti o sensibili, ma per come sono tarati — denuncia Nazzi — sfavoriscono artisti e creator, compresi quelli che intendono rispettare le regole del social. L'imprecisione del sistema, unita all'impossibilità di appellarsi alle sue decisioni in tempi ragionevoli, rischia di renderlo troppo rischioso da utilizzare per molti.

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