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“Servono alternative a Play Store e App Store”: la proposta di legge che non piace a Google e Apple

Il testo presentato da tre senatori statunitensi provenienti da entrambi gli schieramenti politici prevede che i due colossi della Silicon Valley lascino spazio sui loro dispositivi ad app store alternativi, e che consentano agli sviluppatori di app di pubblicizzare sistemi di pagamento interni che non passino da App Store e Play Store.
A cura di Lorenzo Longhitano
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App Store vendite

Presto l'App Store di Apple e il Play Store di Google potrebbero non essere più gli unici negozi di app presenti all'interno di iPhone e degli smartphone con sistema operativo Android. I due colossi della Silicon Valley tengono molto al fatto che i loro negozi digitali restino le uniche alternative facilmente a disposizione sui rispettivi telefoni, ma una proposta di legge presentata nelle scorse ore al senato degli Stati Uniti mira a lasciare sui telefoni degli utenti spazio alla concorrenza di cataloghi di app alternativi.

Cosa contiene la proposta

Battezzata Open App Markets Act, la proposta di legge è stata avanzata da un gruppo bipartisan di rappresentanti statunitensi. Il testo prevede innanzitutto che aziende come Apple e Google lascino spazio sui loro dispositivi non solo ad app store alternativi, ma anche a metodi di pagamento in-app che non passino necessariamente dai loro app store; in questo modo eventuali negozi avversari potrebbero mettersi in competizione con App Store e Play Store, vantando commissioni inferiori sulle transazioni che permetterebbero agli sviluppatori di far pagare meno le loro app. La proposta prevede inoltre che le aziende colpite non possano utilizzare informazioni ottenute gestendo il loro negozio digitale per creare software che competono con altre app presenti nello stesso negozio. Sotto la normativa proposta infine gli sviluppatori avrebbero la libertà di comunicare agli utenti delle loro app tutte le opzioni a loro disposizione per pagarne i servizi, mentre al momento le cose non stanno sempre così.

Le parti in causa

Per Google e Apple i loro negozi digitali aiutano gli utenti a usare e scoprire nuove app in modo sicuro e semplice, mentre la tesi dei senatori che hanno redatto la proposta è che le condizioni attuali nelle quali operano Play Store e App Store sia comparabile a un vero e proprio monopolio, in un mercato — quello delle app — di importanza ormai fondamentale. La questione non è recente, anzi: lo sviluppatore di Fortnite, Epic Games, sta battendosi nelle aule di tribunale proprio contro Apple per aver agevolato pagamenti in-app che scavalcano il modello di distribuzione di Apple che trattiene il 30 percento dei ricavi delle aziende sulle transazioni. Spotify e altre aziende hanno avanzato nei mesi scorsi critiche simili, e sono state ascoltate durante udienze che si sono tenute nei mesi scorsi e hanno contribuito alla stesura della normativa.

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