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Sette modi per scoprire le bufale con Google e Facebook

Può sembrare incredibile ma proprio i mezzi con cui le bufale sembrano prosperare è possibile trovare gli strumenti per combatterle. Ecco come Google e Facebook possono aiutarci a difendere l’informazione corretta.
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A cura di Juanne Pili
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Molti degli strumenti dei debunker vanno ben oltre l'utilizzo di Google. Spesso si utilizzano persino comandi da terminale che costituiscono le basi dell'haking. Ma se si vuole semplicemente capire se una notizia condivisa in un social o letta in un quotidiano online sia attendibile, Google fornisce già sufficienti strumenti per capirlo. I più penseranno che l'utilizzo del motore di ricerca più utilizzato al mondo sia chiaro a tutti, questo perché la barra di ricerca viene spesso usata con faciloneria. Esistono in realtà diversi sistemi per utilizzare Google in maniera più performante e scoprire se abbiamo a che fare con una notizia vera o con la solita "fuffa". Persino Facebook può essere utile se sappiamo come muoverci.

1. Comandi nella barra di ricerca

Attraverso una opportuna combinazione dei comandi testuali "site", "inurl", "cache", "title" e "filetype" è possibile eseguire ricerche circostanziate riguardo alle informazioni che vi interessano.

Site. Come facciamo vedere nel video, se vogliamo sapere in un determinato sito in quali articoli compare una determinata parola chiave possiamo usare "site:indirizzo del sito" (non è necessario lo spazio dopo i due punti, né riportare "http://" all'inizio del titolo).

Inurl. E' possibile anche trovare tutti i post che presentano la parola chiave nella Url con "inurl:nome del sito".

Cache. Se invece digitiamo "cache:" otteniamo una copia della pagina web con la possibilità di accedere a eventuali revisioni precedenti, fino alla stesura originale, questo è molto importante se si vuole dimostrare l'attività poco trasparente di un autore o testata, non sempre però è possibile trovare una copia online, se ci si imbatte per la prima volta in un post sospetto è possibile salvarne una con WebArchive.

Title. Non tutti i siti riportano Url semplici da decifrare, tuttavia con "title:" è possibile risalire ai post di un sito con la parola chiave riportata nel titolo del post.

Filetype. I siti mettono a disposizione diverse fonti multimediali, siano esse testi, foto o filmati. Se utilizziamo "filetype:formato file" – per esempio "filetype:pdf" – otteniamo tutte le fonti presentate dal sito col formato multimediale richiesto.

2. Google immagini

In alto a destra della home di Google potete cliccare su "immagini". A questo punto a destra della barra di ricerca comparirà il simbolo della macchina fotografica. Come mostriamo nel video, caricando un'immagine scaricata da Internet, o semplicemente incollando la Url, avrete a disposizione una carrellata di contesti in cui è stata pubblicata, andando a ritroso fino alla fonte originale, scoprendo eventuali de-contestualizzazioni o veri e propri ritocchi fotografici.

3. Google Scholar e Libri

Tra gli strumenti che mette a disposizione il motore di ricerca abbiamo anche quelle librarie. Per esempio Scholar che ci mette a disposizione articoli scientifici o di divulgazione in risposta alle parole chiave che inseriamo. Lo strumento Google libri ci permette invece di cercare degli estratti dai testi digitalizzati che ormai sono in gran numero.

4. Google Earth e Maps

Molti usano questi strumenti per cercare luoghi interessanti da visitare, ma sono anche un valido strumento – specialmente attraverso Street View – per capire il contesto locale di certi fatti o immagini. Combinando l'utilizzo del software gratuito Stellarium è possibile anche capire se un presunto Ufo altro non si tratti di un astro, basandoci su data e orario dell'avvistamento.

5. Google Translate

È molto importante conoscere l'Inglese. Gran parte degli articoli scientifici, ma anche delle notizie sensazionaliste, provengono da fonti in lingua inglese. Se si ha una conoscenza di base è possibile utilizzare con cognizione di causa Google traduttore, il quale permette di correggere la traduzione offrendo anche vocaboli alternativi e un dizionario di sinonimi, in modo da ottenere – avendo sempre il testo originale a fronte – una traduzione decente. Spesso infatti molte bufale derivano da meri errori di traduzione. Cerchiamo di non incrementarli.

6. I forum di Facebook

Su Facebook è possibile trovare diversi gruppi di debunking, utili tanto a chi fa informazione quanto all'utente che cerca di avere una visione più chiara degli argomenti che trova in Rete. Solitamente un debunker deve barcamenarsi tra diversi forum di settore, quasi sempre in inglese. Su Facebook è possibile interagire in italiano con giornalisti, scienziati, tecnici e appassionati che quotidianamente segnalano le bufale in Rete e rispondono ai quesiti degli utenti. Ne elenchiamo alcuni che ci sono sembrati molto utili, anche a livello di disponibilità da parte dei membri; spesso sono presenti dei filtri contro i troll, quindi bisogna aspettare un po' prima che la propria iscrizione o condivisione venga accettata.

Scetticamente è il gruppo di riferimento del sito di debunking omonimo, tratta prevalentemente bufale scientifiche.

Protesi di protesi di complotto, Perle complottare, È una bufala trattano di disinformazione a 360 gradi.

Io sto con la ricerca scientifica e Leggere di Scienza sono gruppi dove è possibile condividere ed essere informati su notizie reali riguardo il progresso tecnico-scientifico.

PhotoBuster dell'omonimo blog del fototecnico Paolo Bertotti è un gruppo dedicato alla fotografia digitale e alle bufale – specialmente ufologiche o spiritiste – dove è possibile interloquire con altri esperti e appassionati.

Gruppi goliardici. Esistono anche gruppi dove è possibile conoscere esperti di settore che si divertono a simulare bufale, canzonarle o segnalare il comportamento di certi troll; se non siete particolarmente dotati di senso dell'umorismo evitateli, si tratta de La società della terra piatta (tra i primi membri il debunker medico Salvo Di Grazia) e In gnomo we trust (gruppo fondato dal fumettista Davide La Rosa in omaggio ai servizi della trasmissione Tv Mistero).

7. Facebook permette di crearci una rete di esperti

La prima regola prima di condividere è "chiedere sempre". Avete fatto un giro nei gruppi di debunking e conosciuto esperti in vari settori? Solitamente nessuno vi mangerà se chiedete in privato ragguagli su una certa notizia, purché vi diate da fare anche voi, la pigrizia non è mai un buon presupposto per consultare chi dedica un po' del proprio tempo per difendere l'informazione corretta. Con gli strumenti qui elencati anche voi potete fare la vostra parte per rendere il Web un posto migliore.

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