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Simula una rapina per nascondere l’omicidio della moglie: incastrato dallo smartwatch della compagna

Un wearable device utilizzato per risolvere un caso di omicidio, è quanto avvenuto in America per risolvere l’omicidio di Connie Dabate, una donna di 39 anni trovata morta il 23 dicembre 2015, a pochi giorni dalle festività natalizie.
A cura di Matteo Acitelli
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Un wearable device utilizzato per risolvere un caso di omicidio, è quanto avvenuto in America per risolvere l'omicidio di Connie Dabate, una donna di 39 anni trovata morta il 23 dicembre 2015, a pochi giorni dalle festività natalizie. Secondo quanto riportato nelle ultime ore dalla stampa americana, le forze dell'ordine hanno emesso un mandato d'arresto che cita il dispositivo indossabile Fitbit come prova che la morte della donna è legata al marito che inizialmente ha nascosto l’omicidio con una rapina.

Secondo le informazioni riportate dai dati immagazzinati del fitness tracker, però, la vittima è stata uccisa dall'ex marito che inizialmente si era procurato un alibi che è stato poi smentito dalle informazioni contenute nel braccialetto smart della donna. L'uomo, arrestato per omicidio, è stato poi rilasciato su cauzione per 1 milione di dollari.

Le dichiarazioni del marito non corrispondono a quanto riportato dal dispositivo: il marito Richard afferma che l'omicidio della moglie è avvenuto alle 9 del mattino mentre il Fitbit ha continuato a registrare movimenti fino alle 10.05, orario in cui sarebbe rientrata a casa. La donna indossava il braccialetto smart per la sua lezione di spinning in palestra, strumento che si è poi rivelato utile per cancellare l'alibi del marito che alle autorità ha dichiarato di aver subito una rapina in casa che ha portato all'omicidio della donna.

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