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Sono passati 35 anni da “1984”, lo spot Apple entrato nella storia della pubblicità

Diretto da Ridley Scott, lo spot a tema distopico stava per non andare affatto in onda. Il consiglio di amministrazione non l’aveva gradito e solo la testardaggine di Jobs e Wozniak fecero in modo che venisse trasmesso. Entrò nella storia, così come il prodotto che pubblicizzava: l’Apple Macintosh.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Sono passati esattamente 35 anni da quando Apple ha mostrato al mondo come mai il 1984 non sarebbe stato come il 1984 immaginato da George Orwell nell'omonimo romanzo distopico. Il 24 gennaio di quell'anno la casa di Cupertino lanciò sul mercato il suo Apple Macintosh, anticipato appena pochi giorni prima da uno spot pubblicitario entrato nella storia: 1984, appunto. In molti ricorderanno la clip, nella quale un'atleta irrompe in una sala affollata di individui spersonalizzati lanciando un martello contro un megaschermo che riproduce messaggi di propaganda ipnotici provenienti da minaccioso Grande Fratello. Ebbene entrambi i prodotti — il Macintosh e lo spot pensato per promuoverlo — sono diventati leggendari.

Il primo ha effettivamente contribuito a cambiare il mondo dei computer, offrendo agli utenti un'interfaccia grafica semplice da usare e un mouse di serie, in un periodo in cui la maggior parte dei prodotti commerciali erano basati su righe di comando testuali e tastiera. Il secondo è diventato una pietra miliare della pubblicità: diretto da un Ridley Scott uscito da poco dalle riprese di Blade Runner, mette in scena un futuro nel quale l'esistenza stessa della libertà di pensiero è messa in crisi da forze ben più che totalitarie.

Lo spot andò inizialmente in onda sul finire del 1983 presso alcune reti locali statunitensi e a gennaio dell'anno dopo in occasione del SuperBowl, ma rischiava di non vedere affatto la luce: il fondatore della società Steve Jobs ha dovuto lottare per la sua messa in onda contro un consiglio di amministrazione che non l'aveva affatto gradito. Il perché dell'entusiasmo di Jobs è presto detto: la polizia del pensiero e il grande fratello rappresentati nella pubblicità avevano un corrispettivo reale nella IBM di allora, che il fondatore di Apple percepiva come un pericolo per l'intera industria.

Per capire fino a che punto Steve Jobs tenesse a far passare il suo messaggio basta rivedere un keynote del 1983 nel quale racconta l'antefatto della clip senza andare troppo per il sottile: "Siamo nel 1984, IBM ha sete di conquista e Apple è vista come l'unica speranza in grado di darle del filo da torcere. I distributori che inizialmente hanno accolto IBM a braccia aperte ora temono un futuro sotto il suo dominio e controllo, e uno a uno stanno tornando a rivolgersi a Apple come unica forza in grado di garantire loro libertà di scelta. Ma IBM non ha intenzione di fermarsi e ha già messo nel mirino l'ultimo ostacolo che le impedisce di conquistare l'intero settore: Apple. Riuscirà Big Blue a dominare l'intera industria dell'informatica? L'intera era dell'informazione? Aveva forse ragione Orwell sul 1984?"

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