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Covid 19

Sono pronte le prime maschere da sub trasformate in respiratori per combattere il coronavirus

Le aziende e le realtà locali responsabili della produzione stanno già preparandosi per un eventuale estendersi dell’emergenza, chiedendo allo Stato di aiutarle a coordinare gli sforzi dei maker sul territorio. Non solo: allo studio c’è anche la produzione di altre tipologie di componenti delle quali in un numero limitato di ospedali c’è al momento carenza.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Sono già in consegna le rivoluzionarie maschere da sub trasformate in respiratori per i pazienti di COVID-19 in sostituzione delle maschere C-PAP ormai diventate irreperibili. A realizzarle sono state in questi giorni la startup bresciana Isinnova e la comunità di stampatori 3D del nord Italia riadattando un modello di maschera da snorkeling prodotto da Decathlon: nelle ultime ore le prime 500 unità sono state ultimate e messe nelle mani della Protezione Civile, che provvederà a smistarli agli ospedali che ne faranno richiesta.

Tutti hanno fatto la propria parte

La staffetta di innovazione e solidarietà era partita solo pochi giorni fa quando Massimo Temporelli — presidente di The FabLab — ha messo in contatto il presidente della startup bresciana Isinnova Christian Fracassi con il rivenditore di attrezzatura sportiva Decathlon; lo scopo era ottenere i disegni di un modello di maschera che potesse essere riadattata come sostituta delle necessarie ma introvabili C-PAP. Come ha spiegato Temporelli a Fanpage.it, "Decathlon ha inoltre applicato un prezzo di favore e fornito le maschere in tempi record"; le maschere sono state acquistate attraverso il fondo AiutiamoBrescia istituito per far fronte alla minaccia del coronavirus, mentre le componenti aggiuntive necessarie a tramutare le maschere in veri e propri respiratori — ovvero valvole e raccordi — sono state invece realizzate a spese dei singoli stampatori e produttori. "L'altroieri sera le maschere erano pronte in magazzino tra Bergamo e Milano; ieri sono arrivate a Brescia, dove gli stampatori bresciani hanno fatto convergere i primi pezzi per assemblarli".

I progetti per il futuro

Le emergenze per il momento arrivano solo dagli ospedali sovraccarichi, ma dopo la produzione di maschere che sta proseguendo sono già in cantiere altri due progetti. Il primo è un sistema di coordinamento a carico delle istituzioni che permetta alle aziende e ai maker interessati di venire immediatamente a conoscenza di eventuali nuove emergenze negli ospedali italiani e della componentistica richiesta, per concentrarsi sulla produzione e non dover pensare alla logistica come avvenuto in questo caso. "Dobbiamo prepararci per un'emergenza che potrebbe non verificarsi" — ha ammesso Temporelli, motivo per cui al momento è importante anche non sprecare risorse, evitando ad esempio che vengano stampate componenti per ospedali che non le richiedono.

Il secondo è la produzione di altre tipologie di componenti delle quali in un numero limitato di ospedali c'è al momento carenza: "Siamo in contatto con vari ospedali milanesi stiamo testando nuovi dispositivi medici molto semplici ma molto utili nel caso funzionassero. Stasera o domani potremo eventualmente rilasciare la notizia in modo più dettagliato".

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