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“Sospendete Telegram, fa circolare copie illecite dei giornali”: la richiesta degli editori

È la richiesta della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) all’Autorità Garante delle Comunicazioni (AGCOM) in riferimento all’operatività di Telegram, piattaforma per la messaggistica istantanea attraverso la quale si starebbero diffondendo giornali e riviste in formato digitale.
A cura di Marco Paretti
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Fermare Telegram per arginare la diffusione delle copie illegali dei quotidiani e delle riviste sul web. È la richiesta della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) all'Autorità Garante delle Comunicazioni (AGCOM) in riferimento all'operatività di Telegram, piattaforma per la messaggistica istantanea attraverso la quale si starebbero diffondendo giornali e riviste in formato digitale. Da parte della FIEG è stato richiesto "un provvedimento esemplare e urgente di sospensione di Telegram, sulla base di un’analisi dell’incremento della diffusione illecita di testate giornalistiche sulla piattaforma che, durante la pandemia, ha raggiunto livelli intollerabili per uno Stato di diritto".

Firmato dal presidente della federazione, Andrea Riffeser Monti, il comunicato spiega di aver analizzato dieci differenti canali di distribuzione illecita di giornali e riviste in formato digitale, sottolineando che "la stima delle perdite subite dalle imprese editoriali è allarmante. In una ipotesi altamente conservativa, stimiamo 670.000 euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno: un dato di fronte al quale confido che l’Autorità di settore voglia intervenire con fermezza e tempestività".

Questi canali avrebbero raggiunto i 580.000 utenti complessivi, con un incremento pari al 46 percento di iscritti nel corso degli ultimi tre mesi. “Al rischio del consolidamento di una pratica illecita, quella di leggere gratuitamente i giornali diffusi illecitamente via chat, si aggiunge quello di veder distrutti il lavoro e gli investimenti delle migliaia di persone che mantengono in vita la filiera produttiva della stampa" conclude Riffeser Monti. "Dagli editori ai giornalisti, dai poligrafici, ai distributori e agli edicolanti". Telegram, app lanciata nel 2013 e una delle più scaricate anche in Italia, non rappresenta però l'unico canale dove corrono le copie pirata dei giornali. Anche su WhatsApp, che condivide la stessa crittografia entrare-to-end, circolano queste edizioni digitali. Ciò che differenzia l'app di Facebook da quella russa, però, è che in Telegram è possibile creare dei canali in cui gli utenti non possono scrivere la gli admin possono mettere file e link, che in questo caso portano alle copie illegali di giornali e riviste.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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