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Spagna, il governo pronto ad emettere “trojan di stato” per controllare i computer dei sospettati

Il ministro di Giustizia spagnolo propone una bozza di riforma del codice di procedura penale dove prevede il rilascio nei computer di sospettati di trojan governativi per avere informazioni utili alle indagini.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Negli ultimi anni le indagini della polizia, in situazioni di persone sospettate, sono state coadiuvate in modo positivo dalla tecnologia. Proprio per questo il governo spagnolo sembra essere pronto a considerare seriamente una riforma del codice di procedura penale che permetterà agli agenti di polizia l'installazione in segreto di software sulle varie apparecchiature informatiche di cittadini sospetti o in custodia cautelare.

Dei veri e propri trojan di stato che potranno essere autorizzati da un giudice competente per la raccolta di informazioni utili dal pc o anche da qualsiasi altro dispositivo mobile. Chiaramente sarà compito del "Tribunal de Garantías" emanare qualsiasi ordine per la ricerca di dati dai dispositivi informatici degli indagati. Lo ha spiegato lo stesso ministro Gallardón che ha anche riunito una commissione di esperti coordinata dal Segretario di Stato spagnolo. La polizia iberica potrà dunque utilizzare dei trojan o anche spyware nei casi di ragionevole sospetto, per crimini dalla pena massima non inferiore a tre anni e nelle operazioni di lotta al cybercrimine o al terrorismo internazionale.

C'è chi ha già sottolineato come una riforma del genere garantisca agli inquirenti un potere illimitato nell'analisi di tutte le componenti interne di un dispositivo sospetto. Dai dati scambiati tramite Facebook alle comunicazioni via Skype. Un attacco alla privacy degli utenti stessi che potrebbe non avere ritorni positivi da parte degli attivisti per i diritti digitali. Il dibattito comunque, come dichiarato dal ministero di Giustizia, rimarrà aperto anche al pubblico, per riuscire a trovare una giusta comprensione per quanto concerne i diritti dei cittadini ma anche per rendere più sicure le città.

Una proposta che in qualche tende a rimarcare la direzione che è già stata intrapresa in tal senso nei Paesi Bassi, dove era stata ipotizzata addirittura la distruzione dei dati trovati sui computer analizzati. In Germania invece il governo e la polizia federale hanno dichiarato apertamente di osservare da vicino le varie piattaforme digitali come Skype, Google Mail e la chat Facebook se queste fossero di primaria importanza.

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