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Spagna, mancanza della tecnologia di sicurezza per il treno deragliato: in Italia non sarebbe successo

Secondo i primi accertamenti il treno deragliato a Compostela avrebbe raggiunto la curva a velocità troppo sostenuta e la mancanza di tecnologie per la guida assistita non hanno permesso di evitare l’incidente mortale.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Alle ore 20.40 di ieri nella zona della città di Santiago de Compostela, nel nord della Spagna, un treno ad alta velocità è deragliato da proprio binario in una curva pericolosa causando al momento 78 morti con addirittura 140 feriti di cui una ventina in gravi condizioni. Le cause sono ancora in corso di accertamento ma sembra che il treno stesse viaggiando ad una velocità di 180 km/h rispetto al limite consentito in quel punto di 80 km/h. Probabilmente un errore umano, dovuto alla disattenzione del macchinista o anche ad un possibile improvviso malore dello stesso. Di fatto l'incidente è stato decisamente devastante e torna ancora una volta alla ribalta la sicurezza dei treni in transito sul paese spagnolo e le relative inadeguate tecnologie.

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Il treno coinvolto nell'incidente risulta essere un Alvia della serie 730 un treno ad alta velocità, che circola però nel paese spagnolo su un tracciato misto. Infatti una parte dei binari su cui normalmente viaggia risulta essere di nuova costruzione, apposita per l'alta velocità e quindi sicura anche per elevate velocità, mentre una secondaria parte della tratta risulta vecchia di 50 anni fa. Proprio in questi tratti è chiaro l'obbligo per tutti i macchinisti di ridurre la velocità e aumentare l'attenzione. Cosa che in un primo accertamento sembra essere completamente fallita.

Di certo la mancanza di un sistema all'avanguardia per quanto concerne la sicurezza in fase di trasporto ha determinato la gravità dell'incidente di ieri sera. Solitamente a livello europeo esiste il sistema ERTMS (European Rail Traffic Management System) che possiede il compito di impedire che il treno superi i limiti di velocità, rallentandolo in modo automatico. Per il tratto spagnolo sembra che fosse a lavoro invece l'antiquato e ormai superato sistema ASFA, che attiva i freni dei convogli solo in condizioni particolari.

La situazione chiaramente sarebbe stata diversa se il sistema fosse stato presente e funzionante come lo è in Italia. Vito Pertosa, presidente di Mermec Group, azienda leader mondiale nel settore del segnalamento e diagnostica delle infrastrutture ferroviarie, nell'intervista con Tom's Hardware ha riferito:

Se fosse stato presente e attivo l'ERTMS avrebbe rallentato il treno. Non avrebbe neanche avuto la possibilità di raggiungere tali velocità. Come si supera la soglia il sistema interviene in automatico. Vi sono quattro gradi di sicurezza basati su ridondanza. Se un treno passa con il rosso, c'è un livello di intervento, se una riga del software crea problema, ce n'è un altro. E così via anche per l'elettronica. Dopodiché il sistema in autonomia, di fronte a qualcosa di grave, agisce ed eventualmente frena il locomotore e il resto. L'Italia non ha voluto aspettare per migliorare la sicurezza dei suoi treni e della sua rete. Prima abbiamo introdotto l'SMCT e poi è arrivato l'ERMTS. La differenza è legata alla velocità del segnale. Ma alla fine se l'uomo sbaglia o qualcosa non funziona, c'è sempre un'altra macchina che ferma tutto.

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In sostanza il sistema ERMTS ETCS di Livello 2 presente appunto in Italia è una piattaforma di segnalazione e protezione che utilizza la trasmissione radio di dati digitali. Da terra si è praticamente in contatto con il treno, e in caso di emergenza proprio la centrale può intervenire in automatico nei confronti delle azioni di comando del macchinista. Tutto questo non può che rendere decisamente sicuro un viaggio anche a 300 km/h sempre che la stessa tecnologia chiaramente sia presente.

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