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Steve Jobs, cinque anni fa l’addio al fondatore della Apple

Erano da poco passate le 2 di notte del 6 ottobre in Italia, erano le cinque del pomeriggio del 5 ottobre 2011 in California, quando arrivò la notizia che Steve Jobs era morto. A distanza di 5 anni lo spirito di Steve Jobs è ancora vivo e influenza ancora la sua Apple. Ma l’azienda di Cupertino vive un momento particolare, è arrivato il momento di tornare a stupire il mercato.
A cura di Francesco Russo
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Erano da poco passate le 2 di notte del 6 ottobre in Italia, erano le cinque del pomeriggio del 5 ottobre 2011 in California, quando arrivò la notizia che Steve Jobs era morto. Una morte che arrivò dopo un continuo balletto di notizie nelle settimane precedenti, con l'addio alla Apple e con la nomina di Tim Cook come suo successore. Sono passati cinque anni anni dalla morte di quello che oggi viene definito un genio, un visionario, un uomo che attraverso il suo modo di pensare e di agire ha saputo coinvolgere milioni di persone. E proprio la sua azienda, quella a cui ha dedicato buona parte della sua vita, in questi ultimi anni è riuscita a mantenere la sua leadership e le sue caratteristiche, proprio come lui voleva. L'azienda di Cupertino, nonostante le difficoltà legate al mercato degli smartphone e alle vicende fiscali con l'UE, resta ancora un colosso da 53 miliardi di utile netto, un dato che non viene eguagliato neanche da aziende come Google o Facebook.

Steve Jobs nasce a San Francisco il 24 febbraio del 1955 e viene adottato da Paul e Clara Jobs che lo fanno crescere a Mountain View, nella contea di Santa Clara, in California, quella zona che presto sarebbe diventata più nota al mondo come Silicon Valley. Già all'età di 14 anni incontra Steve Wozniak, allora ne aveva 19, il suo compagno con cui da lì a qualche anno, nel 1976, fonda la Apple Computers. Per dare vita alla loro creatura, Jobs vendette il suo pulmino Volkswagen e Wozniak la propria calcolatrice e la prima sede di quello che sarebbe diventato un vero e proprio colosso era il garage dei genitori di Steve Jobs.

Il rapporto tra i due e i primi anni della vita della Apple in questi anni sono stati oggetto di libri e di film, ultimo in ordine di uscita è quello di Danny Boyle, "Steve Jobs", arrivato nelle sale italiane all'inizio di questo anno. Steve Jobs, nel periodo in cui è stato lontano dalla Apple, ha comunque fondato la NeXT Computers, azienda che nel 1996 Steve Jobs, che rientrò nell'azienda che lui aveva fondato, fece confluire in Apple la quale utilizzò alcune basi dell'azienda per sviluppare il macOS, il sistema operativo della Apple. Jobs è stato anche CEO della Pixar, azienda che lui acquisì da George Lucas nel 1986 per 10 milioni di dollari, prima che venisse poi acquisita dalla Disney.

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La figura di Steve Jobs oggi è soprattutto legata al computer con il mouse (Apple Lisa), fu lui a credere che quella sarebbe stata una svolta insieme all'interfaccia per icone. Jobs è poi associato all'iPhone, il prodotto della Apple che ha effettivamente influenzato il mercato della telefonia mobile, un prodotto che ha segnato lo sbarco dell'azienda di Cupertino in un settore che non aveva mai presidiato. Fu un successo enorme: nei primi 200 giorni di vendita, l'iPhone conquistò il 19 percento del mercato degli smartphone con 4 milioni di unità vendute. E ancora nel 2013 Apple era leader del mercato, nonostante la crescita di Android, il sistema operativo di Google che si è imposto da subito come antagonista e come avversario in una lunga battaglia legale per via della vicenda legata ai brevetti utilizzati proprio per realizzare il sistema operativo.

Nel 2016 il mercato smartphone dell'azienda di Cupertino è molto diverso dal 2007, l'iPhone 6 non è riuscito ad imporsi come ci si aspettava e lo stesso iPhone 7, presentato di recente, sembrerebbe non cambiare le cose, oltre agli indicatori di mercato che evidenziano questo aspetto.

In questi anni la vita di Steve Jobs è stata rivista, riletta e la sua figura è stata sempre celebrata come un visionario carismatico. Basti pensare al suo discorso alla Stanford University del 2005, quello in cui disse la sua celebre frase "Stay hungry, stay foolish":

Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Siate affamati, siate folli, perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero.

Di recente, in un incontro dello Utah Tech Tour, Tim Cook, oggi CEO di Apple, ha voluto ricordare Steve Jobs:

Dal mio punto di vista ci sono tante cose che possono cambiare all’interno di Apple, ma non cambierà mai la nostra visione, quella di Steve. Offrire prodotti sensazionali ma che servano ad arricchire la vita delle persone: questo era il suo obiettivo, questo rende più facile anche prendere alcune decisioni. Il suo spirito farà per sempre parte del DNA della nostra azienda".

Per Apple è forse arrivato il momento di cominciare ad innovare, a stupire il mercato piuttosto che a rincorrerlo. È questa la sfida che l'attende nei prossimi anni, cercando di emulare il vero spirito del suo fondatore.

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