Steve Jobs convocato in tribunale per difendere iTunes
Il cinquantaseienne CEO della Apple, Steve Jobs, nonostante i suoi permessi per malattia dovuti dal cancro al pancreas che lo affligge da ormai sette anni, è stato convocato in tribunale dal giudice di San Josè, in California, Howard R. Lloyd. Ma il guru della Apple combatte strenuamente la malattia, non si dà per vinto e non si ferma, neanche lavorativamente. Infatti, nonostante i suoi vari ritiri per motivi di salute, nei quali è sostituito più volte da Tim Cook, non rinuncia a presenziare gli eventi più importanti della sua “creatura”, la Apple, come l’incontro con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, insieme a Schmidt e Zuckerberg per discutere di innovazione, web e tecnologia, o, a gran sorpresa, alla presentazione del nuovo iPad 2.
Secondo il giudice e la corte del distretto della California settentrionale, Steve Jobs, che può essere interrogato per due ore dai legali della controparte, è “l’unico che abbia conoscenze uniche e di prima mano sui problemi al centro della disputa legale sulla vicenda RealNetworks”. Ed inoltre, le domande possono vertere solamente sui cambiamenti che la Apple ha apportato dall’ottobre 2004 ad iTunes.
All’epoca risale l’uscita del software “Harmony” da parte della società RealNetworks, che permette di riprodurre musica sugli iPod, al posto di iTunes. Così il software viene modificato per impedire che sui lettori musicali della Apple potessero essere riprodotti i file musicali dell’agguerrito concorrente RealNetworks, società nota per aver creato il famoso programma per l’esecuzione di file multimediali, Real Player. Tuttavia l’iPod era già stato equipaggiato di un sistema di protezione di file musicali chiamato “FairPlay” per rendere i file riproducibili solamente sugli iPod e non sui lettori musicali di altri produttori. Così l’iPod viene ulteriormente aggiornato, divenendo anche anti-Harmony e di conseguenza, i file acquistati su RealNetworks diventano inutilizzabile sugli iPod.
Ma il tutto ha inizio con la causa intenta nel 2005 da Thomas Slattery, un utente di iTunes che dà via ad una vera e propria class-action, il modo migliore attraverso cui i cittadini possono essere tutelati e risarciti dai torti delle grandi aziende o delle multinazionali. E la sua accusa alla Apple è di monopolio e di limitare la scelta dei consumatori creando una formula strettissima ed inattaccabile, legando gli iPod all’applicazione iTunes, ed espandendo tale binomio inscindibile, al negozio musicale on line, iTunes Store.